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Due nuove inchieste su Autostrade e Spea: omissioni lavori su ponti a rischio crollo e falsi report

Anche dopo il crollo del Morandi, Autostrade non avrebbe svolto lavori necessari alla sicurezza su 5 viadotti. Spea avrebbe falsificato le relazioni di sicurezza su almeno altri quattro

Due nuove inchieste su Autostrade e Spea: omissioni lavori su ponti a rischio crollo e falsi report

Sono due i nuovi filoni di inchiesta aperti dalla Procura di Genova nelle ultime ore, scrive Il Secolo XIX. Uno a carico di Autostrade e uno di Spea, la società che, fino a poche settimane fa, si occupava per Autostrade della valutazione di sicurezza e delle manutenzioni sulla rete autostradale gestita da Aspi.

Il filone di inchiesta su Autostrade

Autostrade, secondo gli inquirenti, anche dopo il crollo del Morandi (e le 43 vittime che la tragedia ha fatto)

«ha omesso di svolgere lavori necessari a garantire la sicurezza su almeno cinque viadotti del tratto ligure tra cui il Fado che non è mai stato valutato negli ultimi anni».

Il filone che riguarda Spea

Spea, dal canto suo, invece,

«ha falsificato le relazioni di sicurezza su almeno altri quattro ponti».

Entrambi i fascicoli, al momento a carico di ignoti,  sono nelle mani del sostituto procuratore Walter Cotugno.

I cinque viadotti nel mirino

I cinque viadotti su cui Autostrade non avrebbe effettuato interventi di sicurezza sono Bisagno e Veilino (A12), Letimbro (A10) e Fado e Pecetti (recentemente chiusi sull’A26 poi parzialmente riaperti). Il reato ipotizzato è quello di “omissioni di lavori che provocano rovina”.

Alla contestazione il pm è arrivato dopo che i periti della Procura hanno effettuato dei sopralluoghi in cui sono stati evidenziati, sui viadotti in questione, «pericoli imminenti e gravi di rovina».

Il procuratore di Genova, Francesco Cozzi spiega:

«Non si tratta di rischio di crolli immediati, ma di mancati interventi che potrebbero portare a cedimenti parziali o aperture di buche improvvise».

In queste ore, la Guardia di Finanza ha sequestrato progetti, appalti e altro materiale relativo alla costruzione e manutenzione dei cinque viadotti. Nelle prossime ore, scrive il quotidiano genovese, potrebbero scattare altre prescrizioni o limitazioni. Come del resto avvenuto lunedì per il Fado e il Pecetti.

Il giallo del Fado. Mai valutato

Martedì le perquisizioni hanno riguardato gli uffici genovesi di Spea. E’ emerso che il viadotto Fado non è mai stato valutato nella sua sicurezza. Anzi, su di esso, secondo quanto riferisce al Secolo “una qualificata fonte investigativa”, sarebbe stato effettuato soltanto “un esame visivo” negli ultimi anni.

I quattro ponti sorvegliati speciali

Il secondo filone di indagine, a carico di Spea, invece, ipotizza il reato di falso. Si riferisce all’alterazione
dei rapporti su altri quattro viadotti. Lo Scrivia e il Coppetta (sull’A7), il Ponticello ad Archi (A10) e il Bormida (A26).

Un’altra fonte, in questo caso, spiega che su questi viadotti, in pochi mesi, Spea è passata da una valutazione buona (40 o 50) a quella di 70, cioè rischio crollo, ad opera della società d’ingegneria Speri, scelta da Aspi come nuovo soggetto deputato ai controlli dopo che la concessionaria aveva scaricato Spea in virtù degli arresti delle scorse settimane.

La Procura ipotizza, per questo motivo, che le valutazioni precedenti siano state alterate dai tecnici di
Spea per non far emergere il deterioramento delle infrastrutture.

Il Secolo scrive che

“non è escluso che nelle prossime ore venga formalizzata anche l’accusa di rischio crollo come conseguenza appunto del falso”.

Intanto i quattro viadotti saranno sorvegliati dalla Procura con analisi, controlli e accertamenti che dovranno valutare il loro reale stato di degrado.

Ventotto ponti al centro delle indagini

Sono in tutto 28 i ponti finiti al centro delle indagini e su cui si sospettano falsi ed omissioni. 20 di questi si trovano in Liguria.

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