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Dialogo tra Montalbano e Zingaretti

Zingaretta continuava a parlari e si vidiva che haviva continue necessitate di puntualizzari omnia dettaglia

Dialogo tra Montalbano e Zingaretti

Doppo una duminica di pioggie a tinchitè Muntilbano si arricampò in officio con una infelicitate quiete. Novimbiro eri il misi per iddo chiù tristi dell’anni pirchi nun suppurtava quanno chioviva a sanfrasò e non potiva passiari mari mari, né natari. Almino non c’iranno grandi cuse da fari in chillo piriodo dell’anni: c’irano mino ammazzatine, frutta – come diciva Catarelli; nota del ridatturi – e pariva che la ginte eri talimenta depresse che non dilinquiva nianche.

Trasinda in Cummissariata pirò fui assalita da Catarelle che erui l’unica già prisenta in officia.

“Dutturi, dutturi, lo sapi lia che chiù tarda vene a truvarla su frate che è a Vigate per le liziona comunala?”:

Muntilbano: “Cataré, io non havio frati: sugno figlii unica”.

Catarelle: “Ma io dica chilla che faci il sigritaria del Piddie, Zingaretta”.

M: “E che voli Zingaretta da mia?”.

C: “Se non lo sapi lia, voli che lo sapio ia”.

M: “(…)”.

C: “Pinso volia parlari cu lia di quanno iravate picciotta… “.

M (arraggiata): “Ma io non lo conosca!”.

E Muntilbano si n’iitte nel su officia santianna e si fici la crucia per la jurnata.
Virso l’uraria della missa granni Catarelle si arricampò in ufficia facindo vocia….

“Dutturi, stavi per vinira Zingaretta!”.

Muntilbano: “E facilo trasiri… “.

Fora alla su purta si fici un granni scarmazza e Muntilbano l’arraprì e vidia Galluzze che si faciva il selfia cu Zingaretta che faciva chilla surrisa suia d’occasiona.
Allura Fazio pigliai con la mani il sigritario del Piddie e lo sutrasse alla fulla per cataminarla da Muntilbano che lo aspittava in pedi dinta l’officia.
L’incontra tra i du fu come se du spicchia diversa si fussiro ‘ncuntrata. Parivano na disiguali copia e na figure: du proieziona asincrunica di profila similia…
Fui Muntilbano che si staccai da chilla speculari miraviglia e lo assalutai…

“Buongiorno sigritaria, s’accomodasse: come maie è in Sicilie?”.

Zingaretta: “Carissimo, sono in Siclia per un tour elettorale e per spiegare alle sezioni locali del mio partito le ragioni del cambiamento delle regole statutarie”.

Muntilbano: “Ah, bine: e nuia che potimmo fari per lia?”.

Z: “Ma niente, caro commissario, è che i compagni di Trinacria favoleggiavano su una nostra possibile somiglianza e si sa la curiosità è femmina e sono venuto a vedere come S. Tommaso di persona… “.

M: “Beh, in effecta una sumiglianza ci stavi (ma io sugno chiù billa; nota narcisitica del Muntilbano)”.

Z: Ora, riflittendola commissario, pare anche a me (ma lia è chiù billa, porca puttana; nuta ricriminatoria dellu Zingaretta)”.

M: “Ma la su famiglie che origine tine?”.

Z: “I miei sono di Rimini, ma ad un certo punto per il lavoro di mio padre ci trasferimmo a Roma ed è lì che ho svolto la mia vita e la mia attività politica: ora come lei saprà sono Presidente della Regione Lazio ed è per questa ragione che poi mi sono presentato alle Primarie vincendole ed ora sono il segretario del Pd e siamo al Governo del Paese secondo la vocazione del nostro partito che come lei saprà è maggioritaria… “.

Zingaretta continuava a parlari e si vidiva che haviva continue necessitate di puntualizzari omnia dettaglia come se in chilla istanta non stisse parlanna al Cummissaria ma ad un assisa di partita. Non parliva nianche mali ed aviva macari una capacitate tiatrali azziccata: cirto qualichi vulta sbaggliavi qualichi cuncurdantia e sudavi a tinchitè ma in cufrunta ad un Salvina o ad Dimaia pariva Gramscie…
Zingaretta: “… quinni lei capisce Commissario che solo un partito che vuole essere al passo con i tempi deve avere il coraggio di cambiare le proprie regole visto che quelle precedenti non hanno funzionato… “:
La cusa per Muntilbano stavi divintanda camurriosa assaie: iddo non haviva timpo da spardari e macari non havinno hostilitate virso Zingaretta stavi priganno la Madunna di Tindari che si firmasse…

“E quindi lei capisce che oltre all’ordinario noi non dobbiamo – nella nostra azione di governo – dimenticare gli orizzonti ideali che hanno portato alla nostra costituzione… Noi siano democratici… “.

M: “Sigritaria, mi scusasse se la nterrumpa in manera scurtesa: ma turnamma al siminata, pirchia lia ha voluta vidirma?”.

Z: “Ah, sì commissario, le dicevo che la molla era stata la curiosità di verificare di persona questa favoleggiata somiglianza, ma che poi sono qui per la campagna elettorale e per la costituente statutaria di partito, ma in realtà io vorrei che lei mi parlasse dei clan camorristici locali in modo che io possa farne cenno nei miei comizi qui nella ridente Vigata… “.

M: “In primisi, sigritaria, ca nun ridia chiù nisciuna… Per quanto attene alle maffie cà cummannana i Sinagre e i Cuffara e lia poti diciri ai cumitia che funzionana chiù le maffie che lo Stata”.

Z: “Commissario, come mai è così negativo nella sua analisi, lo sa che così si perdono voti?”.

M: “Sigritaria, a mia i vota per li porti la ginta ed io havio da risolverla”.

Z: “Va bene, ma se un funzionario dello Stato è disfattista poi la gente crede che non ci sia speranza per un cambiamento auspicato e si rassegna votando o Salvini, l’uomo del mojito o l’analfabeta Di Maio… “.

M: “Sigritaria, a mi pare che lia non havi bine accapita che vota per lia significhi una cusa e per mia n’altera”.

Z: “Accapi meo frate! , come dice lei – vidia nuia parlamca macar il linguaggia de la ginte; nota dello Zingaretti Potere al popolo – … ma noi classe dirigente abbiamo il dovere di infondere negli elettori un senso di potenziale cambiamento… “.

Zingaretta pariva che nun parlasse con il cummissaria che voliva parlarglie invici delle attivitate dei clanne maffiusa… ma chilla – Zingaretta; nota del ridatturi – continuava a parlari ad un uditurata che non ci stavi plus.

M: “Va bine, sigritaria, io havi apprizzata multa la su visita, ma ura doppo avirla comunicata le nutizia sui clanne maffiusa io vurria cungedarla pirchia immagina che lia havi da fari cuse a tinchitè… “.

Z: “In effetti la mia agenda locale è fitta di impegni e di incontri con singoli, associazioni, partiti, movimenti della società civile che speriamo di collegare al nostro simbolo per vincere la difficile sfida di governo locale che ci aspetta…. “.

E giù a parlari per n’altira mezz’orata dell’aginda delle cuse e degli ncuntra da fari…

Ma Muntilbano haviva esaurite la sua di patientia e s’aizzai dalla siggia e vidinda che Zingaritta lo taliava strammata dissi:

“Una cusa prima di salutarce: io non mi arricorda mai l’anniversaria dei mia parenta: lia che havi chiù mimoria non è che poti mannarme un uozzappe per arricurdarmila?”.

Z: (…)”.

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