Il capitano è in crisi da due mesi, da dopo la partita contro il Lecce. Oggi servirà il miglior Lorenzo per far risalire il Napoli
La crisi di Insigne è venuta dopo Lecce, scrive il Corriere dello Sport. Quel 22 settembre, in Via del Mare, sembrava fosse iniziato un nuovo capitolo della storia del capitano in azzurro. Il bacio della maglia, l’orgoglio dichiarato per il fatto di indossare la fascia da capitano. Poi il tunnel, il buio. In mezzo c’è stata la panchina a Genk, il confronto con Ancelotti alla presenza di Raiola, l’ammutinamento della serata di Champions contro il Salisburgo.
“Sono volati via 61 giorni, sarebbero un dettaglio nell’esistenza e invece rappresentano l’eternità, scandiscono un digiuno doloroso e lasciano che emerga altro, tutto quello che sarebbe rimasto seppellito da una gioia invece evaporata”
Potrebbe approfittare proprio del Milan per rivedere la luce. Nel 2015, il 4 ottobre, proprio contro i rossoneri segnò un gol strepitoso. Del resto il Milan lo ha sempre ispirato. Ai rossoneri ha segnato sei gol in Serie A.
Dalla Nazionale è tornato rinfrancato,
“e quel gol che ne ha liberato l’estro e poi anche la gioia, è servito, eccome, per annusare un pizzico di autostima e spogliarsi di quelle ventate di pessimismo cosmico che l’avevano travolto”.
Oggi servirà il miglior Insigne per rilanciare la squadra.