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Milik fa il centravanti, Insigne gioca dove vuole Ancelotti: Napoli-Verona 2-0

Il polacco segna due gol con due tiri. Nel primo tempo, ottimo Verona che non segna solo grazie a Meret. Lorenzo torna a giocare al centro

Milik fa il centravanti, Insigne gioca dove vuole Ancelotti: Napoli-Verona 2-0

Se hai un centravanti che fa due tiri e segna due gol, la vita ti sorride. È quel che è successo al Napoli nella serata in cui nella prima mezz’ora foschi presagi si affacciano sul San Paolo e poi ci pensa Arkadiusz Milik a diradare le nubi. Con due gol da centravanti vero. Da area di rigore. da area piccola. Insomma da centravanti. La polemica sul minutaggio è di fatto consegnata agli archivi. Il polacco segna due gol belli. Uno nel primo tempo, che inverte il trend della partita fin lì nelle mani del Verona. E uno nel secondo, che di fatto chiude il match. Milik fa il terapeuta del Napoli, sbroglia una situazione complicata e regala serenità dopo un altro approccio alla partita deficitario. Il 2-0 finale sul Verona, in un San Paolo discretamente pieno, si spera che chiuda definitivamente la prima fase del Napoli e ne apra un’altra.

Il ritorno al gol di Milik con una doppietta, oscura l’altra grande notizia della giornata. Un altro ritorno: quello di Insigne in posizione centrale, alle spalle di Milik. La posizione cara ad Ancelotti, meno al capitano. Chissà che la visita di Raiola non sia servita anche a convincere Lorenzo a riprovare ad abbandonare la sua mattonella. È una soluzione che nasce dal compromesso tra allenatore e giocatore. Ancelotti è da sempre convinto che in quella posizione possa dare di più, non solo alla squadra ma anche per sé. Il suo primo tempo non è memorabile, come del resto quello del Napoli. Ma è un segnale importante.

È un Napoli rinfrancato, non ancora guarito. Ancora una volta l’approccio alla partita è stato deficitario. Squadra forse impaurita, sembra anche imballata.

Il turn over di Ancelotti è moderato. Lascia fuori Mertens e Zielinski, dà spazio a Milik e Younes. Inverte la fascia di Di Lorenzo per lasciar spazio a Malcuit. Ghoulam resta in panchina.

Nei primi trenta minuti il Napoli è messo sotto dal Verona molto ben messo in campo da Juric. Una squadra combattiva, che attua un pressing feroce, a tutto campo. Arriva al San Paolo con soli cinque reti subiti, peggio solo dell’Inter. Chiude ogni varco alla squadra di Ancelotti che vive trenta minuti di discreta difficoltà. Anche perché in mediana Allan e Fabian soffrono. In difesa si erge soprattutto Manolas, nonostante l’ubriacatura su Lazovic, Koulibaly risente anche dell’ammonizione rimediata in apertura per una brutta entrata su Faraoni. Il Napoli conserva lo zero a zero soprattutto grazie a Meret che intorno al 20esimo compie tre parate consecutive su altrettanti tiri in area di rigore. Azione di Lazovic e tiro e poi Meret è pronto sulle due respinte su Pessina e Stepinski.

È la grande paura. Quel che conforta è che il Verona non può proseguire a questo ritmo. Poi ci pensa Milik a far sentire ancor di più l’acido lattico nelle gambe dei veneti. Lo fa al 37esimo con un gol in area piccola. È il momento che cambia la partita. Fin lì, il portiere gialloblù Silvestri non ha compiuto una parata degna di nota, fatta eccezione per un’uscita bassa su Milik. Si può serenamente dire che fin lì il Napoli non ha meritato il vantaggio, ma è successo tante volte a ruoli invertiti.

Nella ripresa, è un’altra partita. Il Napoli è più sereno, il Verona ha meno energie. Younes e Insigne cominciano finalmente a dialogare, partoriscono un paio di ripartenze degne di nota. E poi ci pensa ancora il centravanti polacco, al 68esimo, a sigillare il risultato.

Valzer di sostituzioni. Spazio per un palo di Mertens. E testa al Salisburgo. Con una squadra che ha mostrato di sacrificare. Non solo in campo, ma anche nell’accettare le decisioni dell’allenatore.

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