Lotito: “Tolleranza zero sul razzismo. Adesso basta, chi sbaglia paga”
Il presidente della Lazio: "Le mele marce saranno cacciate dallo stadio. La tifoseria della Lazio non ha nulla a che vedere con questi atti. Non possiamo dare questo esempio"

La linea del presidente della Lazio Claudio Lotito verso chi si macchia di comportamenti razzisti è quella della tolleranza zero.
Ieri ha espresso parole durissime contro le “mele marce” presenti nella tifoseria laziale, che vanno eliminate per il buon nome della società, soprattutto all’estero.
Tolleranza zero
L’Uefa ha aperto un fascicolo sui saluti fascisti di parte della Curva Nord durante Lazio-Rennes, una cosa che preoccupa non poco il presidente biancoceleste, visto che sulla Lazio pende la minaccia della recidiva. Lotito aveva già annunciato la volontà di individuare i colpevoli e di dasparli. Nel pomeriggio di ieri, poi, è arrivata la sua condanna durissima.
“D’ora in poi avremo tolleranza zero. Noi apparteniamo al campo della legalità, del rispetto delle regole, della trasparenza, della formazione, della crescita sociale. All’estero sento spesso dire “La Lazio, i soliti razzisti”. Ma quali razzisti? Per questo, le mele marce saranno cacciate dallo stadio. Adesso chi sbaglia paga”.
Risarcimento dei danni
L’intenzione del club, che ha già annunciato di volersi costituire parte civile nel processo che ci sarà quando saranno individuati gli autori dei saluti fascisti è proprio quella di ottenere un risarcimento danni.
“Se poche persone, perché stiamo parlando di una trentina di individui, commettono un atto improprio, la società non c’entra nulla ed è giusto che si tuteli. Soprattutto perché vengono penalizzate le persone perbene che vanno allo stadio, che hanno fatto sacrifici economici per poterselo permettere”.
Daspo a chi sbaglia
In attesa di ottenere il risarcimento, però, Lotito è fermamente intenzionato a lasciare fuori dall’Olimpico chi compie gesti del genere.
“La Lazio si è data un codice etico: chi non lo rispetta viene espulso dallo stadio. Possiamo farlo, una norma lo prevede. Dobbiamo tutelare le persone perbene che vanno alla partita con la propria famiglia. E, soprattutto, perché la Lazio deve avere un danno patrimoniale e d’immagine? Ciò che possiamo fare, e lo facciamo, è individuare i responsabili. Se non avessimo messo in campo nulla per evitare che ciò accadesse, ci sarebbe la responsabilità della società, ma le responsabilità sono individuali. Qui non si parla di tutta la tifoseria, è una sparuta minoranza che determina questi disagi. La tifoseria della Lazio non ha nulla a che vedere con questi atti, perché è sana, solidale, supporta le persone con problemi”.
All’estero, dice Lotito, se uno sbaglia viene preso subito e portato in cella. Anche la sua Lazio ha deciso di dire basta.
“Quando ho scelto come responsabile dell’area sicurezza il prefetto D’Angelo, ho fatto una scelta di campo. O di qua, o di là. Noi apparteniamo a quel tipo di impostazione: legalità, rispetto delle regole, trasparenza, determinazione, crescita sociale, giovani. Non possiamo dare questo esempio”.