Dopo Inter-Parma 2-2: «È la terza partita che giocano sempre gli stessi, è dura giocare campionato e Champions con una rosa ai minimi termini. Ne parlerò col club»

Le lacrime di marzo, cantava il Claudio Baglioni delle origini. Queste invece sono le lacrime di ottobre. Le ultime con l’ora legale. Le piange Antonio Conte che improvvisamente, al termine della sua nona giornata di campionato e dopo tre di Champions, fa un’amara scoperta: si gioca ogni tre giorni.
Non lo sapeva. Lui che non ha mai allenato squadre che giocavano le coppe, tutt’al più il Bisceglie, l’Andria, la Sangiovannese. Con l’Inter è diverso.
Al termine di Inter-Parma 2-2, si presenta con un cospicuo ritardo davanti alle telecamere. Lo fa preceduto dai singhiozzi. Un po’ come il coccodrillo di Peter Pan è preceduto dal ticchettio della sveglia.
«È la terza partita in sei giorni .- singhiozza l’allenatore dell’Inter – giocano più o meno sempre gli stessi calciatori e avremo delle difficoltà: non sono sereno da questo punto di vista. Abbiamo altre quattro partite a breve, nel giro di pochi giorni e siamo con gli uomini contati».
Alla vigilia dell’assemblea degli azionisti, Antonio Conte si mostra preoccupato. E scopre d’improvviso che la rosa dell’Inter non è adeguata. Al confronto, Sarri è un dilettante, uno che non ha mai pianto in vita sua.
Non parla di occasione mancata per il 2-2 col Parma. Si rifugia nelle banalissime osservazioni tipo “dobbiamo pensare a noi, non dobbiamo guardare agli altri”.
Non è contento del primo tempo. “Il Parma l’aveva preparata bene ma abbiamo concesso due gol su nostre disattenzioni. Il secondo tempo, invece, è stato buono. Meritavamo di vincere”.
Fa l’elenco degli infortunati: “De Vrij aveva un problema agli adduttori; Asamoah al ginocchio: è difficile affrontare due competizioni difficili, come campionato e Champions, con una rosa ridotta ai minimi termini. Dobbiamo valutare bene con la società e capire dove possiamo migliorare. L’Inter non può permettersi di partecipare soltanto. Stiamo puntando su giovani come Bastoni ed Esposito, bisogna avere pazienza. Capisco che rientra in un processo di crescita ma sono comunque preoccupato”.
Conte dice che non può prendersela con i calciatori. «È la terza partita che più o meno giocano sempre gli stessi. Diventa difficile Champions e campionato con una rosa ridotta ai minimi termini. A Brescia sarò costretto a giocare con gli stessi uomini e sarà la quarta partita di fila”.
In conferenza, aggiunge, (dal Twitter di Daniele Mari)
Oggi sono molto preoccupato. Anzi, ero molto preoccupato già prima di Sassuolo e Dortmund. L’Inter deve giocare per primeggiare o comunque per lottare. Mi sembra di sognare quando sento certi discorsi. I miei ragazzi sono eccezionali ma la stanchezza c’è.
Ci sono delle situazioni borderline e non è che se le cose vanno bene ci possiamo mettere le mani davanti agli occhi. Bisogna fare valutazioni costruttive. L’anno prossimo non possiamo fare più certi errori. Quest’anno ok perché è l’inizio del percorso.
Dobbiamo sta tranquilli eh, dobbiamo sta tranquilli su Esposito eh. L’anno scorso era in Primavera. Se diventa la panacea c’è qualcosa che non va. Siamo l’Inter eh, siamo l’Inter. Non carichiamolo Esposito, non è lui che deve risolvere i problemi.