Bocca: “Sarri e Conte si somigliano: machi latini, antidemocratici, hanno il culto di sé”
Su Repubblica: “La differenza è che di Sarri si è pronti a criticare tutto, di Conte invece si accetta tutto. Conte è un vincente ufficiale, Sarri è considerato un vincente virtuale”

Conte e Sarri
Fabrizio Bocca su Repubblica si sofferma sui rapporti tra Conte e Sarri, non proprio idilliaci, e si domanda il perché.
Forse è solo il copione. Perché sono bei caratterini, entrambi fumantini, orgogliosamente antipatici e insopportabilmente presuntuosi – potrebbero mai pensare i due che qualcuno nel globo possa fare un calcio migliore del loro? Che qualcuno possa avere ragione e loro torto? –, o forse perché abbiamo bisogno di un Trap e un Liedholm, un Sacchi e un Capello, un Lippi e un Ancelotti, un Allegri e un Mourinho, un Agroppi e un Fascetti
Per Bocca Sarri e Conte sono molto più simili di quanto li si voglia vendere.
Detto che uno è un teorico che non ha fatto il calciatore, e che l’altro è stato un calciatore che non fa il teorico, sono entrambi leader assoluti, non democratici (anche se Sarri è “comunista così”), hanno il culto di loro stessi, sono insindacabili, considerano la partita un cubo di Rubik nelle loro mani e basta, non discutono (a parte che alla Juve si fa come dice Ronaldo), si confrontano poco
Qualche differenza. Di Sarri si è pronti a criticare tutto, di Conte invece si accetta tutto. Conte è un vincente ufficiale, Sarri è considerato un vincente virtuale.
Entrambi appartengono alla categoria dell’allenatore italiano maschio latino, con tutto quello che c’è di positivo e anche detestabile. Hanno espressioni e comunicatività da tifoso: Sarri ha uno straordinario turpiloquio toscano, in partita può essere ignorante come uno scaricatore di porto, ha dato del f….o a Mancini e si dichiara “un arrapato”, Conte s’accapiglia, intimorisce i commentatori e può anche darsi dell’“asino”.