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Sono pessimista, ho rivisto i difetti cronici del Napoli

La squadra di Ancelotti non è cresciuta in termini di personalità e di capacità di affrontare i momenti topici del campionato o di una singola partita

Sono pessimista, ho rivisto i difetti cronici del Napoli

“Ko meritato, ma l’autogol fa male.” Questo in sintesi il giudizio di Ancelotti sulla partita del Napoli. E l’onestà del giudizio del tecnico gli fa onore. Almeno questo. D’altro canto c’era ben poco da difendere e giustificare. Se il primo tempo si fosse chiuso 4-0 per la Juve qualcuno avrebbe avuto da protestare? La prima ora del Napoli è stata semplicemente indecente. E soltanto 15 minuti di follia di una Juve non ancora al top, che prende due goal su calcio da fermo, hanno consentito al Napoli di risalire la china. 

Eppure le premesse per una prestazione negativa c’erano tutte. 

Il Napoli a Firenze aveva accusato evidenti ed allarmanti pecche in difesa ed in mezzo al campo.

Allora viene subito da porre ad Ancelotti una semplice domanda. Come può una persona dotata di semplice buonsenso presentare a Torino la stessa formazione di Firenze? E invece nulla. Stessi uomini. Stesso modulo. E così allegramente e meritatamente ti becchi tre goal. 

Quale accorgimento ha adottato il tecnico per far fronte alle disastrose condizioni di forma di Koulibaly ed Allan? Di tipo tattico? Nessuna! Di tipo individuale? Nessuna. 

Ancora una volta, come nell’anno passato e, anche se un po’ meno, nelle stagioni precedenti, il Napoli ha accusato un agghiacciante black-out. Che a Torino è durato per tutta la prima ora di gioco. Questa – al di là delle carenze di condizioni di alcuni giocatori – la triste, ma temo perentoria, sentenza di Torino. Il Napoli non è affatto cresciuto in termini di personalità e di capacità di affrontare i momenti topici del campionato o di una singola partita. Fate un po’ i conti, magari sul passato campionato. Stringi stringi, gli scontri diretti alla fine sono quelli che decidono il torneo, almeno questo sembra suggerire la più elementare aritmetica. 

Si continua ad avvertire la mancanza a centrocampo di un giocatore fisicamente forte e capace di dettare i tempi di gioco e fare le scelte più opportune nei momenti e/o nelle partite delicate.

E la squadra soffre di terribili crisi di memoria che la fanno precipitare nell’abulia e nell’incapacità di attuare reazioni efficaci.

È vero che è soltanto la seconda partita della stagione. È vero che abbiamo affrontato la Juve. Ma la prestazione spinge al pessimismo perché rivela che ai difetti cronici del passato (recente e non) non si è messo rimedio. 

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