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Lukaku e il razzismo, il NYT fa a pezzi il calcio italiano

Il quotidiano statunitense fa a pezzi il nostro Paese, i vertici del calcio e i club (soprattutto il Cagliari) per il modo in cui non punisce il problema razzismo negli stadi, ormai troppo frequente

Lukaku e il razzismo, il NYT fa a pezzi il calcio italiano

Il New York Times dedica un lunghissimo articolo all’episodio di razzismo che ha coinvolto Romelu Lukaku a Cagliari, domenica.

Il quotidiano racconta l’accaduto e dichiara che non è la prima volta che i tifosi della squadra sarda intonino quei versi da scimmia. Era già successo la scorsa stagione con il giovane attaccante della Juventus, Kane. 

“Per i presenti allo stadio, a Cagliari, domenica, quei suoni erano familiari”.

L’episodio, scrive il Nyt, è stato condannato dopo che il video è stato diffuso sui social,

“ma gran parte dell’Italia è sembrata reagire con un’alzata di spalle. Il Cagliari ha difeso l’onore dei suoi tifosi con una dichiarazione. I funzionari della Lega hanno annunciato che almeno per ora non ci sarà una punizione. Anche i tifosi dell’Inter hanno difeso il comportamento in una lettera indirizzata alla nuova stella del club”.

Il messaggio a Lukaku sembrava essere “non prenderlo sul personale, questa è l’Italia”.

L’incidente non è stato il primo episodio di comportamento razzista nel calcio italiano. Ma la reazione ha messo in luce gli sforzi per nascondere questi comportamenti sotto il tappeto.

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Quando l’anno scorso capitò a Kean, il suo allenatore e uno dei suoi compagni di squadra, inizialmente dissero che fu lui ad aver provocato i tifosi. 

Qualcosa di simile è successo domenica. 

Il quotidiano a questo punto spiega nel dettaglio il contenuto del comunicato della Curva Nord interista.

Lukaku ha esortato i vertici del calcio a “reagire fortemente a tutti i casi di discriminazione”, ma il modo in cui l’Italia tratta il problema certo non regala speranza in tal senso. 

La Serie A non è l’unica grande lega europea in cui i giocatori di colore sono stati sottoposti ad offese razziste, ma la frequenza degli incidenti e la mancanza di punizioni ha attirato l’attenzione. 

E’ successo con Koulibaly contro l’Inter. Nel 2018 a Batshuavi a Bergamo, durante una partita contro l’Atalanta. A Matuidi a Cagliari e Verona. 

A volte, i giocatori che si sono rivolti agli arbitri in circostanze del genere, sono stati addirittura puniti. E’ capitato nel 2017 al ghanese Sulley Muntari. Espulso dal campo, a Cagliari, durante una partita, per essersi lamentato con l’arbitro dei cori razzisti dei tifosi.  

E i problemi di razzismo non si limitano al comportamento dei tifosi. C’è anche il caso di Tavecchio, che ha appellato un calciatore africano come “mangia banane”, tra le altre cose.

Il Nyt cita quanto dichiarato da Piara Powar, direttore esecutivo di Football Against Racism in Europa.

Secondo lui il connubio tra il comportamento razzista dei tifosi e l’ascesa di politici di estrema destra ha creato, in Italia, una “situazione da polveriera”. In Serie A, nella scorsa stagione, si sono verificati nove grandi incidenti razzisti. Cosa che, secondo Powar, suggerisce che la federazione nazionale non è in grado di affrontare il problema.

“Pensiamo che il F.A. in questo momento debbano essere prese misure speciali. La UEFA e la FIFA devono intervenire e minacciare di sospendere le partite se non riescono a risolvere il problema. È endemico in Italia, più di qualsiasi altro Paese “.

La reputazione dell’Italia, aggiunge il Nyt, sembra aver scoraggiato alcuni giocatori neri a trasferirsi in squadre lì. Lo ha scritto su Twitter l’attaccante senegalese Demba Ba all’indomani della lettera dei tifosi dell’Inter:

“Ecco il motivo per cui ho deciso di non giocare lì quando potevo. E a questo punto vorrei che tutti i giocatori neri uscissero da questo campionato! Sicuramente non fermerà la loro stupidità e il loro odio, ma almeno non influenzeranno le altre razze!”

Lukaku ha invitato le autorità del calcio e i club a prendere dei provvedimenti e a fare di più. Ha scritto:

“Lo diciamo da anni e ancora non c’è stata nessuna azione. Signore e signori, è il 2019”. 

Per rispondere alla pubblicità negativa relativa all’incidente di Lukaku, in gran parte proveniente dall’estero, la Serie A ha annunciato questa settimana che ad ottobre avrebbe avviato una campagna anti-razzismo che coinvolge un giocatore di ciascuna delle sue 20 squadre.

La Lega ha dichiarato:

“Il razzismo è un problema culturale, quindi sarà necessario l’impegno di tutti, dagli esperti ai fan, per promuovere un modello positivo, coerente e appropriato di sostegno per un paese civile come l’Italia attraverso i suoi stadi”.

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