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Lecce-Napoli 1-4, massimo risultato minimo sforzo

Se esistesse il manuale del calcio ci sarebbe scritto: vincere per 4-1 in trasferta con otto cambi rispetto alla partita precedente, è una prova della qualità dell’organico a disposizione

Lecce-Napoli 1-4, massimo risultato minimo sforzo
Se davvero esistesse il manuale del calcio, vi si leggerebbe che – sebbene l’avversaria sia una neopromossa – vincere per 4-1 in trasferta con otto cambi rispetto alla partita precedente è una prova della profondità qualitativa dell’organico a propria disposizione.
Oltre ai sempre fondamentali tre punti è proprio la conferma della bontà della rosa a disposizione di Ancelotti la migliore notizia con la quale il Napoli torna dallo stadio Via del Mare. Un importante segnale quando la classifica della Serie A già avvisa che si fa sul serio: dopo appena quattro giornate le prime tre posizioni sono infatti occupate dalle grandi favorite della vigilia.
Nonostante i timori di tanti nel pre-gara, dovuti all’entusiasmo dell’avversario -il Lecce è molto più debole tecnicamente del Napoli, ma è ben organizzato e non rinuncia a giocare, come ben sa il Torino di Mazzarri- ed ai rischi del possibile calo di attenzione della squadra dopo la storica vittoria sul Liverpool, tutto è andato bene.

Non è tutto ora ciò che luccica

Ancelotti ha così sfruttato al meglio la partita per dare una chance a chi ha giocato meno sin qui (ci sono stati gli esordi stagionali per Ospina, Malcuit e Milik e, nel finale, per Luperto) e per provare varianti tattiche. Vedasi Fabian Ruiz schierato nella zona di campo usualmente occupata da Callejon (non accadeva dalla nefasta trasferta di coppa Italia col Milan dello scorso gennaio) e, soprattutto, testare la coppia di attacco composta da Llorente e Milik, due prime punte alte e forti fisicamente: un vero inedito tecnico-tattico a Napoli.
Non tutto è andato liscio -basti pensare alle difficoltà di manovra nei primi venticinque minuti e all’eccessiva rilassatezza successiva al 3-0, costata quasi l’apertura di un match mai in discussione- ma non si può criticare una prestazione capace di permettere di avere sempre il controllo del risultato. Giusto ricordare quel che non è andato bene, ma lo è soprattutto essere soddisfatti per una vittoria in trasferta di così larghe proporzioni, nella quale per quasi un’ora si è giocato con almeno con due gol di vantaggio. Non va dimenticato nemmeno che il primo tempo, non brillante, è stato in ogni caso chiuso sul 2-0, senza subire nessun tiro nello specchio della porta difesa da Ospina e controllato con il 67% di possesso palla.

Re leone, simbolo di una osa che ha sempre più ambizioni

Mattatore del match è stato Fernando Llorente: dopo la rete che aveva chiuso i giochi contro il Liverpool, con una doppietta l’ex Tottenham ha portato il suo bottino personale, in appena 133 minuti giocati sin qui con la maglia del Napoli, a tre gol e un assist. Non potrà per forza di cose mantenere queste medie, ma il suo acquisto resterà di grande intelligenza e utilità per il prosieguo della stagione. Il 34enne attaccante nato a Pamplona ha le caratteristiche fisiche, tecniche e di esperienza internazionale che ancora mancavano in un attacco già molto forte (da sette anni quello napoletano segna almeno settanta gol a campionato, col picco dei 245 realizzati nelle ultime tre serie A). Con tale abbondanza nel reparto offensivo, ha potuto così riposare per novanta minuti anche Mertens: non accadeva da inizio dicembre (Napoli Frosinone 4-0) dello scorso anno che il belga saltasse interamente una partita di campionato. Si è potuto invece esaltare Insigne: col rigore trasformato e l’assist regalato a Fabian Ruiz, è sinora l’unico giocatore in serie A ad aver siglato tre reti e altrettanti passaggi decisivi.
A parte il “raptus” di Ospina, costato la chance di archiviare la terza partita consecutiva senza subire reti (ma il colombiano ha comunque compiuto un paio di ottimi interventi) è stata tutta la squadra scesa in campo a Lecce ad aver risposto nel modo giusto all’occasione avuta di mettersi in mostra: nessun insufficienza per Malcuit, Ghoulam, Maksimovic, Elmas e Milik, giocatori per diverse ragioni impiegati sin qui poco, ma capaci contro i pugliesi di dare il loro contributo per arrivare a una vittoria mai stata in discussione.

Conforta la forma fisica

Continuerà il tour de force di partite sino alla pausa di metà ottobre per le nazionali: nei prossimi quattordici giorni per il Napoli ci saranno prima le partite casalinghe con Cagliari e Brescia, poi le trasferte a Genk e quella di Torino contro i granata. Sarebbe importantissimo prendere da queste quattro gare più punti possibile: contro il Lecce non si è solo visto che Ancelotti potrà contare su venti giocatori quasi dello stesso livello, ma anche che la condizione atletica generale è molto buona. Dopo il forcing del Lecce successivo al rigore siglato da Mancosu, negli ultimi quindici minuti il Napoli ha infatti trovato con il 4-1 siglato da Llorente la quarta rete stagionale nell’ultimo quarto d’ora di gioco (inutile ricordare quale sia stata l’unica subita), confermando la tendenza della scorsa serie A, quando fu la squadra a segnare di più nell’ultimo sesto di partita.
Un altro segnale che fa ben sperare per il prosieguo di una stagione appena iniziata.
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