Ziliani: La Juve non forma i suoi giocatori. Ecco perché ha problemi di lista Champions
Sul Fatto definisce morto il vivaio bianconero. Se il club ci avesse lavorato ora non avrebbe problemi di esubero e Sarri potrebbe utilizzare calciatori che invece rischiano di essere estromessi

Sul Fatto Quotidiano la consueta rubrica di Paolo Ziliani. Che oggi si occupa della Juventus e della sua cattiva programmazione.
Ziliani parte dalle parole di Paratici di qualche giorno fa, quando, a proposito della lista di 25 giocatori da consegnare all’Uefa per la prossima Champions ha detto:
“Possiamo iscrivere 21 giocatori più 4 local player: quest’anno ne abbiamo solo uno, per cui ne iscriveremo solo 22”.
Parole che, scrive Ziliani, sono solo un tentativo di gettare acqua sul fuoco dopo il grido d’allarme lanciato da Maurizio Sarri, che aveva definito la situazione in cui versa la Juve “imbarazzante” e aveva parlato della necessità di tagliare sei giocatori.
I club ammessi ai tornei Uefa, spiega Ziliani, possono iscrivere 25 giocatori.
“17 free, 4 formati in patria (tra i 15 e i 21 anni devono aver militato per almeno 3 stagioni in un club della federazione d’appartenenza, per la Juve la FIGC) e 4 cresciuti nel club stesso, e cioè i local player di cui parla Paratici”.
La Juventus ha in rosa un solo giocatore formatosi nel vivaio per 3 stagioni, Pinsoglio. Per questo può iscrivere solo 22 giocatori.
E’ un grosso guaio. Se oltre a Pinsoglio, nel vivaio ne fossero cresciuti altri, allora si libererebbero 3 posti per giocatori ritenuti ora in esubero e Sarri potrebbe utilizzare in Champions calciatori che oggi rischiano di essere estromessi: Mandzukic, Matuidi, Rugani, Emre Can o altri ancora.
Scrive Ziliani:
“Non c’è bisogno di scomodare Catalano per capire che contare su 25 buoni giocatori è meglio che contare su soli 22”.
E chiama in causa un recente studio del CIES Football Observatory, che ha stilato la classifica dei club di tutto il mondo che hanno cresciuto e formato il maggior numero di giocatori presenti oggi nei 5 campionati top.
Ai primi due posti ci sono Barcellona e Real Madrid.
Il primo ha 69 giocatori cresciuti nella sua cantera sparsi nei 5 più importanti tornei. Diversi, però, li ha trattenuti in casa, come Messi, Piquè, Busquets, Rafinha, Jordi Alba e Sergi Roberto. Si tratta di local player che liberano il posto, tra i 17 free, ad altri campioni.
Il primo club italiano in classifica è la Roma. Seguono l’Atalanta, il Milan, l’Inter e l’Empoli.
In classifica non compare la Juventus.
Il club
“trascura completamente l’aspetto “formazione dei giocatori” nonostante sia il club con più calciatori sotto contratto in Europa; secondo France Football nel 2017 ne aveva 68 contro i 23 di Barcellona e i 28 di Real Madrid e Bayern”.
Una tattica rischiosissima, scrive Ziliani. Lo dimostra “l’insostenibile pesantezza del caso Higuain”, che è rientrato nel club contro la volontà della Juve e oggi è in rosa “a costi spacca–bilanci”.
“Dimenticavamo: la Juve era la squadra più vecchia dell’ultima Champions con l’età media di 29,53 anni. E non c’era Buffon, rientrato al l’ovile. È buona programmazione? Come si dice in questi casi: va tutto ben Madama (con la M maiuscola) la marchesa!”