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Repubblica: la purezza calcistica di Joao Felix, non un genio ma un calciatore

Emanuele Gamba fa l’elogio del talento dell’Atletico: il calcio non si estinguerà con Messi e Ronaldo, il cui dominio decennale ha castrato almeno un paio di generazioni

Repubblica: la purezza calcistica di Joao Felix, non un genio ma un calciatore

Su Repubblica, Emanuele Gamba fa l’elogio di Joao Felix, neo acquisto dell’Atletico Madrid (dal Benfica).

“Il calcio non si estinguerà quando si estingueranno Messi e Ronaldo, il cui dominio decennale ha castrato almeno un paio di generazioni”.

Scrive così Gamba, aggiungendo che finalmente avranno campo libero molti talenti ventenni introdotti da Mbappé e

“adesso sublimati dalla purezza calcistica di Joao Felix, il ragazzo che marchierà gli anni Venti di questo secolo”.

Costato 126 milioni più 12 di commissione, ha 19 anni e a Lisbona è stato soprannominato “El Menino de Oro”.

Per sapere di cosa è capace, scrive Gamba, basta guardare l’azione con cui ha conquistato il rigore (poi sbagliato da Morata) nell’esordio in Liga contro il Getafe:

“ha preso palla a 70 metri dalla porta, ha superato un primo avversario con lo scatto iniziale e il secondo
con un doppio passo e un tunnel, il terzo se l’è tolto di mezzo con una spallata e il quarto, il truce stopper
Bruno, puntandolo in dribbling e poi sfidandolo in velocità finché quello, frustrato, l’ha abbattuto”.

Tredici secondi che As ha definito “scandalosamente maradoniani”.

Ma Joao Felix ha collezionato meraviglie per tutta l’estate, compresa la doppietta alla Juventus nell’amichevole estiva.

Il suo calcio è sorprendentemente naturale, scrive Gamba, lontano

“sia dall’irreplicabile istintività di Messi sia dalla brutale voracità di Ronaldo”.

Sembra fare tutto senza sforzo, né fisico né di pensiero. Non è un genio, ma un calciatore. Riesce, cioè, a calciare la palla e a calarsi nel gioco del calcio in modo assolutamente spontaneo.

Lo hanno paragonato a Kaká e Rui Costa ha più senso del collettivo del primo e maggiore attitudine al gol del secondo.

Non ha ancora un ruolo definito. Lui dice che preferisce fare la seconda punta, ma Simeone lo sposta spesso perché, dice,

“Ovunque lo metta ha una visione di gioco straordinaria. Ma la sua dote più sorprendente è la voglia di imparare”.

L’Atletico lo ha preso perché ha avuto coraggio, scrive Gamba. Non ha esitato a investire su di lui prima che il Benfica alzasse la clausola a 200 milioni.

Sono molti i club ad averlo trattato, anche la Juve, ma lui ha capito che l’Atletico sarebbe stato il posto migliore per crescere.

A 15 anni lasciò il Porto, dove era da 6 anni e andò al Benfica, dove “ha battuto ogni record di precocità”. E’ stato persino il più giovane a realizzare una tripletta in Europa League.

“Al Benfica divenne titolare a gennaio, quando in panchina fu chiamato un tecnico formato nel vivaio, Bruno Lage, che con lui, grazie a lui, ha scavalcato il Porto e vinto il titolo. Alla prima stagione da professionista, Joao Felix ha scodellato 20 gol e 11 assist. E ha ancora i brufoli sulle guance”.

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