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Se il Napoli non ascolta Ancelotti per gli acquisti e le cessioni, perché lo ha preso?

Per migliorare, occorre fare anche scelte coraggiose. Il Napoli non solo non si è rinforzato ma non ha risolto il suo principale equivoco: Lorenzo Insigne

Se il Napoli non ascolta Ancelotti per gli acquisti e le cessioni, perché lo ha preso?

Il Napoli è forte ma non si è rinforzato

Resto fedele alle mie idee. E quindi confermo ancora una volta la mia ammirazione per le capacità imprenditoriali del Presidente. Che con la sua politica aziendale illuminata ha messo in cassaforte la stabilità societaria del Napoli. 

Ciò posto non posso non fare alcune osservazioni oggettive. Le dichiarazioni di Giuntoli sono quanto meno risibili. Come sempre risibile è l’ovvio. “Siamo già molto contenti della nostra squadra, continueremo sul nostro trend. Facciamo passettini ogni anno, proviamo a farlo ancora, l’abbiamo già fatto con Manolas, Di Lorenzo. Abbiamo già fatto un ottimo mercato, cercheremo di farlo”. Ma non ci voleva un grande esperto per stabilire che il Napoli è già forte. È arrivato secondo negli ultimi due campionati infatti. Ma forte è anche una squadra da terzoquarto posto. E a mio avviso con l’organico attuale il Napoli tanto vale. E certamente Giuntoli non ci può raccontare che con Elmas, Di Lorenzo e Manolas il Napoli si è rinforzato. 

Questo può dirsi dell’Inter e della Juve ma non del Napoli. Rispetto alla passata stagione, inoltre, Mertens e Callejon hanno un anno in più. Non lo dimentichiamo. E non vedo un sostituto di Allan. Ancora poi  gli acquisti vanno a riempire i buchi creati dalla partenza di Albiol, Rog e Diawara. 

Migliorare questo Napoli era un preciso impegno. Mi pare non sia stato soddisfatto. 

Il coraggio di cambiare e l’equivoco Insigne

Per migliorare occorre fare anche scelte coraggiose. Bisogna avere il coraggio di cambiare. 

A mio avviso per parlare con franchezza – ma non sono uno di quelli che si spaccia per esperto doc e quindi parlo sommessamente – il Napoli non solo non si è rinforzato. Ma non ha risolto il suo principale equivoco. Che si chiama Lorenzo Insigne. Gran bel giocatore. Napoletano per altro. Ma molto “specialistico”. E quindi condizionante per il gioco della squadra. E al di là di ogni ragionevole dubbio non esattamente un pupillo del tecnico. Con il quale, oltre che con il pubblico e la società, ha avuto vari momenti di frizione.

A proposito del tecnico, arrivato a Napoli con l’alone di grandeur che la sua storia gli conferisce giustamente, mi domando: ma se non lo si ascolta né nelle cessioni né negli acquisti, perché lo abbiamo preso?

Cito ancora Giuntoli “Cerchiamo un calciatore offensivo che abbia la capacità di ribaltare velocemente l’azione negli spazi. James? Ha ottime qualità, ma ci sono tanti calciatori con queste caratteristiche”. Ma se nello scegliere i giocatori Giuntoli conta più di lui, perché non batte ciglio? Il suo blasone glielo consente. E forse glielo impone. Mi viene in mente il titolo di un film di Renzo Arbore: Che m’è portato a fá ‘ncoppo Pusilleco, si nun mme vuo’ cchiù bene?

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