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Le continue critiche dei tifosi del Napoli che non godono nemmeno quando vinciamo

Sembra di essere a “4 ristoranti” di Borghese: è una corsa a chi storce più il naso, si è ribaltato persino il rapporto con l’arbitraggio, il festival della schizzinosità

Le continue critiche dei tifosi del Napoli che non godono nemmeno quando vinciamo

Il calcio è meraviglioso.

Il Napoli, a detta di tutti gli osservatori, ha fatto una campagna acquisiti mirata soprattutto a rendere impenetrabile la difesa. E per tutta risposta becca tre gol.

Al tempo stesso opinionisti e tifoseria giudicano l’attacco incompleto ed insufficiente, “Chi segna là davanti?” e gli azzurri ne fanno quattro. In trasferta, e a Firenze, dove le gioie non sono mai state così frequenti. E con un cinismo offensivo ritrovato, uno dei difetti principali che affliggevano il Napoli recente.

La realtà, un classico degli ultimi campionati del Napoli, ancora una volta prende il sopravvento sulle chiacchiere e sulle percezioni.

Ci si aspetterebbe un minimo di soddisfazione. Invece ancora una volta la tifoseria è spaccata. Come è ormai d’abitudine in queste ultime stagioni.

Attraverso i social, la prima cartina di tornasole per captare gli umori dei tifosi, non si risparmiano critiche al Napoli. Addirittura c’è gente che ha affermato di essersi appisolata per la noia.

Oddio, tutto si può dire di Fiorentina-Napoli, fuorché facesse dormire per la noia.

Ma nei social, i cui commenti vanno a braccetto con quelli di molti tifosi sulle radio locali, tutto fa brodo pur di criticare il Napoli, ed indirettamente la società nemica. Quella società che non avrebbe fatto mercato, pur spendendo fior di milioni, che non si sarebbe rinforzata, pur acquistando ottimi calciatori nei ruoli chiave senza per questo cedere i suoi pezzi pregiati. E che, secondo il più classico dei refrain, “non vuole vincere”.

Intanto a Firenze il Napoli ha vinto, tra luci ed ombre sicuramente, ma il 24 agosto essere già in forma smagliante forse sarebbe stato addirittura preoccupante.

A volte sembra di essere a “4 Ristoranti”, la trasmissione televisiva condotta dallo chef Alessandro Borghese ed imperniata su una gara tra ristoratori. Guardi in tv dei piatti che sembrano gustosi, quasi perfetti, tutto in location da favola. Poi al momento della votazione, i colleghi ristoratori iniziano a criticare tutto. “In quel piatto non sentivo la giusta sapidità”, “il prodotto non mi sembrava quello locale”, “il colore del tovagliato era inadeguato”, persino “il conto era troppo basso per quello che abbiamo mangiato”, con tanto di voti ben sotto la sufficienza, manco si fossero seduti nella peggiore bettola di paese.

Si alzano sazi e soddisfatti da tavola, ma dicono di aver mangiato da schifo. 

Ma mentre in una trasmissione del genere può essere comprensibile, visto che in tv tutto fa spettacolo, la critica continua sul Napoli in giornate del genere è meno accettabile.

Ci siamo talmente abituati a vincere, in casa e fuori, che i tre punti non ci bastano più. Come i ristoratori di cui sopra, ci alziamo sazi da tavola, ma dobbiamo comunque mostrarci critici e mantenere i voti bassi.

Ecco allora che bisogna dare spettacolo, correre per 95 minuti, essere sempre superiori all’avversario, non sbagliare mai neanche un gol, non subirne mai, non farsi ammonire, non usufruire mai di eventuali errori arbitrali. Tanto che a Firenze si è addirittura ribaltato l’approccio classico dei tifosi rispetto all’arbitraggio. Ovvero che per tanti napoletani il rigore per i viola è solare e quello per il Napoli non andava dato. E che l’arbitro Massa ha graziato gli azzurri in occasione della trattenuta di Hysaj (reciproca e fuori area) su Ribery.

Indubbiamente siamo diventati schizzinosi. Ai tempi dei social, la gioia del calcio è stata sostituita dall’analisi tecnico-tattica, in una gara assurda a chi storce di più il naso, vantandosi della propria competenza attraverso un elenco di errori e di difetti prima che lo faccia qualcun altro. Come se ci si potesse sostituire ad uno staff tecnico lautamente remunerato per analizzare e risolvere quegli eventuali difetti. 

Forse ci riteniamo meglio di loro. O forse è l’invidia social che impera in questo scorcio di XXI secolo. O forse è solo e sempre l’opposizione feroce alle politiche societarie del Napoli e alla figura presidenziale che tanto infastidisce una fetta di pseudo-tifosi del Napoli.

Gente che vivrà anche questo campionato nella trepida attesa della prima sconfitta del Napoli, l’autentico via libera per lo sfogatoio social e per le polemiche.

Intanto sabato si va allo Stadium. Speriamo che la partita con la grande rivale serva a ricompattare la tifoseria. Di solito succedeva, e forse l’assenza di Sarri dalla panchina bianconera aiuterà ad attenuare i malumori di molti tifosi nei confronti della società azzurra. Almeno durante quella partita. 

Ma ciò che conta è tornare con un risultato positivo. Fare punti in casa della Juventus è sempre la migliore ricetta per risvegliare un entusiasmo ancora sopito.

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