ilNapolista

Le amichevoli estive hanno evidenziato che al Napoli manca un leader

Il Napoli senza Diego non avrebbe vinto due scudetti. Ogni squadra vincente ha un suo mentore in campo. Ora per il Napoli non c’è.

Le amichevoli estive hanno evidenziato che al Napoli manca un leader

Sogni di una partita di mezza estate

Le due facce del Napoli. Quella che spazza via Liverpool e Marsiglia e quella che si lascia intimorire dal Barça. Questo il responso delle quattro amichevoli di lusso. Le due partite americane col Barça e le due disputate in terra scozzese e francese. Una scampagnata nei templi del calcio per saggiare la personalità del gruppo, dai veterani ai giovani reclutati, con un salto mortale triplo, direttamente in prima squadra.

Napoli numero 1. Quello che t’aspetti

Nello stadio dove si canta You’ll Never Walk Alone e dove non la passi liscia col risultato, il Napoli ha dato uno spettacolo europeo, tattico e tecnico. Tre reti rifilate ai Reds e soprattutto senza beccarne una. Regolato anche il Marsiglia, uno a zero, che ci teneva assai a vincere, ma ha trovato sulla sua strada due linee compatte da quattro che manco l’aria facevano passare. Piuttosto, i trasformisti azzurri sbaraccavano rapidamente la fase difensiva per concedersi un salutare contropiede. Veniva da pensare: con un Napoli così, vuoi vedere che siamo già pronti per le grandi sfide? E poi, dovrebbero ancora fare il loro ingresso in squadra i presunti carichi da novanta, che DeLa ha deciso / non ha deciso di acquistare, caccianno ‘e famosi sordi, che la piazza vagheggia.

A ranghi completi e con una promessa di spogliatoio come quella dell’ultimo anno sarriano, il Napoli dovrebbe essere una cosa seria in quanto a probabilità di vittoria. Niente gli dovrebbe essere vietato.

Napoli numero 2. Quello che non t’aspetti

Ma ecco la seconda faccia del Napoli. Quella che si intimorisce di fronte ai “belli e impossibili” del Barça o squadra equivalente (sconfitta per1-2 passabile, per 0-4 disastrosa). Di fronte a undici undicesimi di grande qualità la squadra azzurra non regge il confronto e cade in uno stato di psyco-inferiorità balbettante. Becca tre gol in un quarto d’ora contro una squadra che aveva addosso la sicurezza dei vincenti. Un tempo ce l’ha fatta, un altro no.

E’ il Napoli cedevole che non t’aspetti. Si sbagliano gol già fatti, le mezzali di qualità diventano solo mediani di quantità, le ali s’acconciano a fare i terzini e i terzini pure. E così, mentre tu giochi  a guardia e ladri col palleggio e le verticali, viene fuori da parte loro il tiro da lontano o la giocata individuale e la frittata è fatta. Carletto lo predica da tempo: moduli e schemi valgono fino ad un certo punto, il resto lo fanno gli interpreti. Ovvero la qualità in campo, non solo di piede, ma di testa.

Va dove ti porta il casting

Il Napoli senza Diego non avrebbe vinto due scudetti. Con la sua meta-classe alleggeriva la pressione sui “fratelli” e lasciava credere che la vittoria era sempre possibile. Ogni squadra vincente ha un suo mentore in campo. Ora per il Napoli non c’è. Quello che si richiede, però, è proprio la personalità, perché il vero buco sta lì. Il 4 a 0 subito col Barça è troppo. Fa il paio col 5 a 0 incassato a Liverpool lo scorso anno. Una grande squadra, (e il Napoli lo è perché ha disputato e vinto incontri di cartello), non può cedere di schianto, con o senza diritto di riscatto.

ilnapolista © riproduzione riservata