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In Francia una proposta di legge rischia di far cadere il tabù della birra allo stadio

Su Repubblica. Tre deputati di Macron propongono di affidare la vendita ai club: ogni biglietto un bicchiere. Nelle casse delle squadre entrerebbero 50 milioni di euro in più l’anno

In Francia una proposta di legge rischia di far cadere il tabù della birra allo stadio

Da 28 anni, in Francia, c’è il divieto di bere birra negli stadi. Oggi tre deputati del partito di Macron propongono di consentire, all’interno degli impianti, la vendita controllata di alcolici. Una proposta che spacca la maggioranza.

Lo racconta Repubblica.

E’ dal 1991 che esiste una legge (legge Evin) che vieta l’introduzione della birra negli stadi. L’intento, finora, è stato quello di evitare che, portando la birra a ridosso delle curve, la situazione potesse degenerare.

I deputati che propongono di superare la disposizione adducono come motivo il fatto che, ai loro occhi, il divieto è, nei fatti, un’ipocrisia. Affermano che chiunque può bere prima di entrare allo stadio e che, inoltre, nelle tribune vip è consentito consumare alcol.

Perciò, propongono di affidare la vendita di alcol ai club, in modo controllato. Tra le ipotesi, quella di consegnare uno o due bicchieri di birra per ogni biglietto acquistato.

I deputati sostengono che così facendo, nelle casse dei club entrerebbero 50 milioni di euro in più l’anno, cosa che consentirebbe di ridurre il gap finanziario con i club inglesi, spagnoli e tedeschi per i quali la vendita di alcolici negli stadi è una importante fonte di reddito.

Se poi si potesse portare negli stadi non solo la birra ma anche la pubblicità dell’alcol, a quei 50 milioni se ne aggiungerebbero altri 80.

La proposta ha spaccato la maggioranza. I contrari identificano la proposta come un’iniziativa voluta dalla potente lobby degli alcolici.

La legge del 1991 è considerata un baluardo contro le dipendenze.

La ministra della salute Agnes Buzyn, ieri, ha espresso il suo parere con un tweet:

“Nel nostro Paese l’alcol uccide ogni anno 41 mila persone. Ciascuna di queste morti è evitabile. Evitiamo che nuovi inviti al consumo ci rendano complici di questo drammatico bilancio. Nei nostri stadi l’entusiasmo per una squadra di calcio non ha bisogno di alcol per esprimersi”.

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