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Il repertorio del dolore: gli oggetti delle vittime del Ponte Morandi restituiti alle famiglie

Occhiali, giochi per bambini, telefoni. La polizia stradale li ha consegnati ai parenti. Ma qualcosa manca ancora all’appello e si cerca il proprietario di un bracciale

Il repertorio del dolore: gli oggetti delle vittime del Ponte Morandi restituiti alle famiglie

A quasi un anno dal crollo del Ponte Morandi gli agenti della polizia stradale hanno raccolto, catalogato e riconsegnato ai parenti delle 43 vittime e ai sopravvissuti gli effetti personali rinvenuti tra le macerie.

C’è di tutto, scrive Il Secolo XIX. Magliette, portafogli, cd, costumi da bagno, valigie, giochi per bambini, telefonini, occhiali. Un repertorio di dolore. Vivida testimonianza di vite spezzate o ferite mentre andavano in vacanza, o al lavoro. E invece si sono trovate coinvolte in un disastro che, oggi, scopriamo si poteva evitare.

L’orologio che ha resistito per 11 giorni

Era di Angela Zerilli, 57 anni, funzionaria della Regione Lombardia, l’orologio in acciaio Citizen Ecodrive recuperato dagli agenti. Le sue lancette hanno continuato a segnare l’ora per 11 giorni dopo che il Morandi è venuto giù, scrive il quotidiano. Finché la carica non si è esaurita.

E c’è anche il pass del ritiro estivo del Napoli a Dimaro che apparteneva al collega Giovanni Battiloro. È stato riconsegnato alla sua famiglia insieme a un paio di occhiali Ray Ban neri, tende da campeggio Quechua, una bandana di colore rosso, una telecamera Go Pro e una penna Pilot.

La vita intera di Sarodia Vydelingu

Nel camion su cui viaggiavano Marian Rosca e Anatoli Malai, tra le 43 vittime, c’era la vita intera di Sarodia Vydelingu, l’astrofisica francese che li aveva incaricati del suo trasloco in Toscana per lavoro.

“Le foto del marito appena scomparso, i gioielli di famiglia, i peluche e la bicicletta della figlia, i diari dell’infanzia e pure una bottiglia di champagne Veuve Clicquot che il marito le aveva fatto dono il giorno della laurea e che lei non aveva mai voluto aprire. Il Morandi ci ha messo un po’, ma alla fine le ha restituito quasi tutto. Anche la bottiglia intera, resistita a un volo di almeno 50 metri”.

Nei giorni scorsi la scienziata ha ringraziato gli agenti con una mail commossa. Impagabile la gioia nel recuperare tutto.

Il portafogli di Gianluca Ardini

A Gianluca Ardini, uno dei sette sopravvissuti al disastro, dopo essere rimasto appeso a un pilone per ore, i poliziotti hanno consegnato un portafoglio nero.

Del suo compagno di viaggio e lavoro, Luigi Matti Altadonna, morto, è stato ritrovato un mazzo di chiavi con un moschettone viola e il compenso della giornata. Sono stati restituiti alla moglie e ai quattro figli.

Ai figli del portuale Andrea Cerulli sono stati riconsegnate le due racchette da tennis Babolat che il papà gli aveva regalato.

Ai parenti della commessa 33enne di Busalla, Elisa Bozzo, invece, il Morandi ha restituito solo un portamonete con la scritta Love.

Le cose che mancano all’appello. La chitarra di Giovanni, Matteo, Gerardo e Antonio

Ma c’è anche qualcosa che il Morandi non ha voluto restituire, scrive Il Secolo XIX,. E che i poliziotti ancora oggi cercano.

Nella fattispecie, un orologio in legno che apparteneva al genovese Francesco Bello e una chitarra che Giovanni Battiloro e i suoi tre amici, Matteo, Gerardo e Antonio avevano portato con loro in vacanza.

L’appello del Secolo: a chi appartiene il braccialetto ritrovato?

C’è anche qualcosa che invece il Morandi ha restituito e che non si sa a chi appartiene. Un braccialetto con ciondoli a forma di cuore. È stato trovato nei pressi dell’auto di una delle vittime ma i poliziotti ne hanno mandato la foto ai parenti e nessuno lo ha reclamato.

Oggi il Secolo XIX ne pubblica la foto come fosse un appello al quale ci uniamo anche noi.

 

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