Uno strano caso raccontato da Il Giornale. Ha scambiato la provetta con quella di un’amica incinta. Ma non è il solo ad essersi trovato situazioni simili

Un pasticcio made in NBA su Il Giornale. Accade che il playmaker DJ Cooper, prima di sottoporsi all’analisi antidoping, abbia sostituito la sua provetta con quella di un’amica. Il problema, però, è che l’amica era incinta. E così ad essere incinto è risultato lui.
Risultato? Smascherato. Squalificato per due anni. Gli è stata negata anche la possibilità di ottenere la cittadinanza bosniaca e dunque di risultare tesserabile con maggiore facilità da squadre europee.
Una figuraccia che ha fatto il giro del mondo.
Ma non è stato certo il primo ad essere al centro di imbarazzo per aver provato a sottrarsi a esami critici. E neppure a trovarsi a giustificare risultati sballati e assurdi.
Nel 1997, all’università di Minnesota, giocatori e allenatori vennero squalificati perché venne fuori che alcune tesine erano in realtà state scritte da un’impiegata. Tra i temi c’erano i cicli mestruali.
Fu più imbarazzante ancora quanto accadde a Roburt Sallie. Nel 2012 il cestista dovette lasciare il Tarragona per eccesso di testosterone. Lo aveva preso, scrive Il Giornale, ma non per durare più a lungo nel gioco, bensì per migliorare le sue prestazioni in camera da letto.
“Da lì a far circolare la voce che le pastiglie fossero di ExtenZe, per le prestazioni, il passo fu breve. Sallie non gradì e querelò il club. Come dire: sul quel fronte ero già a posto, volevo solo rendere meglio”.