ilNapolista

Recalcati: “Bisogna stare attenti alle banalizzazioni nella divulgazione dei temi psicoanalitici al grande pubblico”

Intervista a Massimo Recalcati presente a Villa Fondi per una lectio magistralis sul tema “Lessico d’amore”

Recalcati: “Bisogna stare attenti alle banalizzazioni nella divulgazione dei temi psicoanalitici al grande pubblico”

La terrazza di Villa Fondi giovedì sera, grandangolo di bellezza, era piena come i tornanti di Colle Finestra al Giro d’Italia. Tutti aspettavano Massimo Recalcati, psicoanalista lacaniano della prima ora che tornava nella cittadina costiera per una lectio magistralis sul tema “Lessico d’amore”, libro Feltrinelli e programma televisivo seguitissimo. Su Rai 3.

Prima dell’evento abbiamo in esclusiva per Il Napolista avuto la possibilità di fargli delle domande.

“Perché questo legame estivo con la Costiera sorrentina (Recalcati anche l’anno scorso è stato ospite della ressegna estiva carottese)?”

“Io da vent’anni torno in Costiera amalfitana perché il 14 luglio festeggio il mio anniversario di matrimonio al San Pietro di Positano: sa, i francesi in questo giorno ricordano la presa della Bastiglia, lei capisce”.

Recalcati ha una cinquantina d’anni, un taglio di capelli alla Sgargi ed una montatura degli occhiali alla Peppino Di Capri: è magro e veste blu o nero. Accanto a noi, donne soprattutto, chiedono selfie e gli urlano di essere emozionate per l’incontro. “Ma crede in una divulgazione dei temi psicoanalitici al grande pubblico?”

Non risponde subito, riflette, poi aggiunge “Sì, ci credo ma bisogna sempre stare attenti ad evitare banalizzazioni”.

Il pressing del pubblico si fa stringente ed abbiamo giusto il tempo di chiedergli di darci una notizia in esclusiva. “Di che cosa parlerà il suo prossimo libro? “

“La mia prossima opera parlerà delle nuove depressioni. Lei sa che la depressione classica è rifiuto della vita: ora anche in forza delle forti stimolazioni che dà la vita moderna le nuove depressioni sono quelle che derivano dall’insoddisfazioni derivante dalla non ottemperanza di questi nuovi bisogni indotti”.

L’organizzatore della serata per l’ente locale comunale, Giacomo Giuliano, è costretto ad iniziare l’evento perché la folla preme mentre un pianoforte apre con una canzone d’amore famosa. Recalcati va subito in medias res e definisce l’amore come solo incontro dei corpi.

L’uomo cerca sempre feticisticamente il pezzo del corpo umano femminile, mentre la donna cerca il segno di quell’amore interpretato dalla domanda reiterata; “Mi ami?”. Il vero amore nasce da due solitudini che si uniscono nell’incondivisibile. Quindi l’amore è turbolenza, rischio, ammirazione del nome dell’altro. Lo schema è solito: Recalcati parte dall’esperienza dei suoi pazienti, eppoi cerca una quadro generale citando filosofi, poeti, letterati. Le persone ascoltano in religioso silenzio con qualche risata che lui mattatore provoca. Si passa a definire il tradimento ed il perdono: Freud becca qualche bacchettata, la gente condivide, Orologio alla mano lo piscoanalista si ferma e parte la ridda delle domande: perché i puri non perdonano? Si può ricostruire un amore? C’è narcisismo nel rapporto amoroso? Recalcati, quieto risponde: il perdono è atroce perché c’è un dolore cogente; un’amore può ricostruirsi quando ne vale la pena, ma poi è un’altra cosa. C’è una percentuale di narcisismo nell’amore. Andiamo via con difficoltà; parte la ridda dei selfies e delle dediche librarie. La psicoanalisi tira come un contest di cucina.

ilnapolista © riproduzione riservata