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Le 10 cose da ricordare di Liverpool-Napoli

Callejon interno, la caccia a un link, le loro assenze (ma pure le nostre…). Cosa rimane di questa amichevole “porno”

Le 10 cose da ricordare di Liverpool-Napoli

Le dieci cose che ricorderemo di Liverpool-Napoli fino alla prossima partita (e forse oltre)

La caccia al link. La prima partita in pay per view dopo le tre in chiaro ha fatto partire in molte case un’inconfessabile caccia al link pirata. Con un’ansia in più dovuta al fatto che si giocava in Scozia. Solo una settimana fa i tifosi dei Rangers Glasgow cercavano uno streaming della diretta della loro amichevole contro i Blackburn Rovers e scoprirono che la trasmissione era stata hackerata: al posto della partita c’era un film porno.

Una vittoria porno. È stato porno il risultato del Napoli. L’anno scorso, ve lo ricorderete, ne avevamo preso cinque. L’ultima volta che ci eravamo presi gioco di Liverpool a questo modo sfrontato, fu quando gli Shampoo rifecero le canzoni dei Beatles.

Le scuse al contrario. Esiste questa strana tendenza in una buona fetta del tifo di scovare aspetti negativi sempre e ovunque. Se per esempio oggi arrivasse di nuovo Maradona, qualcuno direbbe che se era buono il Barcellona non lo dava a noi. Stasera questa tendenza porta a eccepire sulla formazione del Liverpool. Dicono che non aveva Salah, Mané e Firmino. Vero. Ma a noi mancavano tutti insieme James, Pépé e Icardi.

Callejon. Più seriamente. Se non fosse nostro, lo vorrei. È un giocatore preso con 10 milioni. Ogni anno in cui non lo abbiamo venduto – e sarebbe stata una cifra superiore ai 10 – è come se lo avessimo ricomprato facendo di nuovo un altro affare. La più grande ala destra nella storia del Napoli. Ruolo che non gli basta più, tanto che comincia a fare meravigliosamente anche l’interno, come sperimentato sul finire dell’anno scorso.

I tre gol segnati. I primi commenti parlano di un Napoli finalmente cinico sotto porta. Parlano di una svolta rispetto allo scorso campionato. Ma sempre gli stessi attaccanti abbiamo. Bisognerebbe considerare che a volte si tratta solo di un atteggiamento, di concentrazione. Sapere che la società cerca qualcuno in quel ruolo, deve avere stimolato gli altri. Oppure è una scimità pure questa.

Le parole di Klopp. L’allenatore campione d’Europa. L’allenatore di una delle cinque squadre inglesi più ricche. L’allenatore di una delle 50 squadra di ogni sport più ricca al mondo. Lui. Esattamente lui. Ha detto così: “Non so come fanno le altre squadre col mercato. Noi dobbiamo pagare le bollette. Non siamo in questa terra di fantasia in cui puoi ottenere qualunque cosa tu voglia. Non puoi spendere sempre. Sembra che ci siano quattro club al mondo che possono farlo. Madrid, Barcellona, Manchester City e PSG. Qualunque cosa di cui abbiano bisogno, la prendono. Non c’è confronto. Questa è la situazione e non è gelosia”.

L’abbraccio tra allenatori. La foto di Ancelotti e Klopp prima della partita diffusa via social. Per didascalia: i complimenti di Ancelotti per la vittoria in Champions League. Il calcio vero. Il calcio che ci piace.

La Scozia. Non mi mette mai di buon umore. Cinquantaquattro anni fa andammo a perdere 5-0 una partita di Coppa delle Fiere contro l’Hibernian dopo aver vinto l’andata 4-1. Il migliore del Napoli fu Zoff.

I 90 minuti di Insigne. E che minuti. Ispirati. Pieni di calcio e di desiderio. Giocato con il pepe. Senza accenti. Un gol con un tiro che era mezzo a giro e mezzo no. L’assist per il raddoppio di Milik. Il piede messo pure nel terzo gol di Younes. Congelatelo così per tutto l’anno.

Mertens trequartista. Fa un lavoro di raccordo a ridosso di Milik con misura e genialità. Il gol di Insigne è nato da una sua apertura. A questo punto il dubbio si pone. Non è che in attacco stiamo bene così?

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