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L’autografo che salvò Zola dal rapimento

Il Corriere della Sera riporta le rivelazioni di un ex calciatore vicino al clan della Magliana. Un progetto criminale naufragato in modo surreale

L’autografo che salvò Zola dal rapimento

Gianfranco Zola non l’ha mai saputo, ma stava per essere rapito. Lo racconta oggi il Corriere della Sera, che riporta le rivelazioni di Fabrizio Maiello, ex calciatore con connivenze malavitose con le bande della Comasina e della Magliana.

“Lo stavamo seguendo con due macchine per speronarlo in strada e farlo salire su un’altra vettura. Poi si fermò al distributore di benzina e quando lo stavamo aspettando si girò verso di noi per chiederci se volessimo un autografo. Io gli passai la mia carta d’identità e lui la firmò. Ma in quel momento pensai: “Cosa stiamo facendo?”. E abbiamo lasciato stare”.

Il fatto sarebbe accaduto nel 1994, quando Zola giocava nel Parma. Non si sa ancora quanto sia attendibile il racconto. Non ci sono indagini di magistratura né di polizia, racconta il quotidiano e Zola certo non può ricordare le migliaia di volte in cui ha rilasciato autografi ai tifosi.

Anche il passato di Maiello suggerisce prudenza. L’ex giocatore della primavera nel Monza è stato arrestato per la prima volta a 18 anni, dopo la sparatoria a un posto di blocco. Ed è anche stato in carcere più volte per rapine.

A 56 anni ha deciso, chissà perché, di svelare l’accaduto:

“In quel periodo ero latitante. Siamo andati a vedere qualche allenamento del Parma. Ci era venuta l’idea di un rapimento lampo di 24/48 ore per richiedere il riscatto a Tanzi”.

Il procuratore-avvocato di Zola, Fulvio Marrucco, si dice colto di sorpresa dal racconto, ma conferma che la firma sulla carta di identità sembra essere quella del suo assistito.

 

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