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Da bambino Manolas sognava di partecipare alle Universiadi

Seconda puntata del viaggio napolistico alle radici dei difensore greco. La leggenda delle prime Universiadi della storia che si svolsero a Naxos

Da bambino Manolas sognava di partecipare alle Universiadi

A Naxos, terra di terzini, si tennero le prime Universiadi della storia, di gran lunga superiori alle Olimpiadi, tanto che Pindaro – detto “il Ceausescu di Tebe” – ne canterà la meravigliosa bellezza e i modernissimi bagni delle strutture sportive, dedicati alla dea Demetra.

La leggenda raccontata dal celebre poeta greco vuole che, così come le cicale si innamorarono del loro canto a tal punto da dimenticarsi di mangiare e morire così di fame, anche gli atleti delle Universiadi greche rimasero così affascinati dalla sublimità di quella manifestazione da dimenticarsi a cosa servisse. Finché esse scomparvero per sempre sostituite prima dai Giochi Galattici e poi, in età classica, dalla prima forma di Totip.

Joseph, il panettiere di Chora, la città principale di Naxos, racconta commosso del piccolo Kostas Manolas che ripeteva ai suoi amici: “Il mio primo sogno è partecipare alle Universiadi, il secondo è diventare campione”.

L’isola di Naxos è consacrata a Dioniso, cui ha dato i natali, e alle Universiadi, i giochi che la videro indiscussa protagonista fino al trecento avanti cristo. Gli abitanti di Paros, l’isola vicina, invidiosi, solevano dire: “Ma vi pare che se queste Universiadi fossero davvero importanti, Atene non se le sarebbe tenute?”

Nella prima versione della Teogonia, il grande poeta Esiodo immaginava che fosse stato l’assessore Borriello, rapito di notte da uno Zeus in forma taurina, ad aver consigliato James Rodriguez a De Laurentiis. Poi, in seguito ad una prima revisione, Omero gli disse che anche nella letteratura c’era un limite e decise così di rimuovere gli esametri e sostituirli con il racconto della nascita della birra analcolica.

 

 

 

 

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