Lo ha dichiarato ieri Danilo Coppe, titolare della ditta che ieri ha demolito il viadotto con l’esplosivo. All’epoca non se ne fece nulla perché costava troppo ed era un’operazione troppo complessa

L’idea di abbattere il Ponte Morandi utilizzando l’esplosivo era già passata per la testa ad Autostrade. Nel 2003. Lo dichiara Danilo Coppe, l’esplosivista titolare della Siag di Parma, la ditta che ieri ha demolito ciò che restava del ponte Morandi.
Oggi Repubblica e Il Fatto Quotidiano raccontano l’episodio e le dichiarazioni di Coppe. In realtà già diverse settimane fa entrambi i quotidiani davano notizia di questa indiscrezione trapelata, ma ancora non sapevano che la ditta a cui si era rivolta Autostrade fosse proprio quella di Coppe.
Proprio su di lui infatti era ricaduta, 16 anni fa, la scelta di Autostrade. Poi però la società aveva abbandonato l’idea perché troppo complessa e costosa.
“Volevano un preventivo, uno studio di fattibilità, perché costava troppo di manutenzione”.
Due milioni di euro l’anno, per la precisione. E allora la società si informò sul costo per tirare giù il ponte.
Alle dichiarazioni di Coppe, che ha aggiunto di essere stato ascoltato sul punto nei mesi scorsi, in Procura, ha replicato la Spea, società controllata di Autostrade, spiegando che il progetto era “solo uno studio di fattibilità” finalizzato a sostituire il viadotto per servire la Gronda” e che “non c’è alcun collegamento con la sicurezza del Morandi o problemi di costi”.