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Il Mattino: “Il San Paolo come Scampia, anche cocaina a 25 euro a dose”

Tutto parte dalle dichiarazioni di De Laurentiis. Spaccio al San Paolo? Non c’è alcun riscontro investigativo e tanto meno giudiziario

Nei nostri stadi si spaccia cocaina“, ha detto ieri De Laurentiis. Oggi Giuseppe Crimaldi torna sull’argomento sul Mattino, con un lungo articolo che parla proprio della presenza di droga allo Stadio San Paolo.

Un fenomeno spesso denunciato e discusso, scrive Crimaldi, legato alla presenza, nel tifo organizzato, di personaggi vicini ai clan di camorra, come più volte confermato da informative di polizia giudiziaria, arresti e processi.

Della presenza di spaccio di droga sugli spalti, insomma, parlano tutti, è una cosa che si sospetta da sempre, ma alla fine nessuno trova mai prove evidenti. Si scopre sempre soltanto che nelle curve c’è chi fa uso di droghe, soprattutto leggere, anche durante le partite.

“Anni fa ci fu qualche «gola profonda», all’interno delle sigle del tifo organizzato, che parlò anche di spaccio: e cioè di cessione di bustine di hashish e marijuana, ma anche di «pallini» di coca vendute peraltro a buon mercato, un po’ come avveniva nelle peggiori piazze di spaccio delle Vele di Scampia: 25 euro a dose. Eppure l’indiscrezione non è stata accompagnata mai da alcun riscontro investigativo e tanto meno giudiziario”.

Il Mattino ha consultato alcune “fonti investigative” e anche quelle non negano che la droga venga consumata nelle curve ma non si hanno riscontri sullo spaccio. Anzi:

“C’è anche chi fa notare che organizzare una vera e propria «base di spaccio» in un settore sportivo capace di ospitare qualcosa come ventimila tifosi equivarrebbe a un suicidio: troppi rischi”.

Tuttavia, scrive Crimaldi, l’ipotesi della presenza di spacciatori nelle curve, al San Paolo come in altri stadi, non può essere liquidata come una semplice suggestione.

A tal proposito ricorda un episodio di qualche anno fa, quando tra Forcella e i Decumani si combatteva la faida dei bambini: un nuovo gruppo criminale composto da adolescenti, appartenenti al clan Sibillo, tentò di prendersi tutte le piazze di spaccio del centro storico.

“Ebbene tra loro c’erano alcuni ultrà della Curva A: le fibrillazioni criminali che li avevano contrapposti ai Mazzarella si trasferirono anche sugli spalti del catino di Fuorigrotta; al punto che per i seguaci dei Sibillo scattò una specie di «fatwa» ultrà, culminata nell’accoltellamento di un giovane proprio durante la partita Napoli-Sampdoria e con il successivo ordine – per «quelli di Forcella» – di non mettere pi piede nella «A». Solo coincidenze, o piuttosto un riscontro all’ipotesi che a sancire l’apparentamento di delinquenti travestiti da tifosi ci sono invece ben altri traffici illeciti?”

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