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CorSport: la stagione del riscatto di Milik

Ha trasformato la caduta ad Anfield in punto di forza ripartendo dal Cagliari. Ancelotti lo considera un punto fermo da cui ripartirà per costruire il Napoli

CorSport: la stagione del riscatto di Milik

Quella che si è appena conclusa è stata la stagione del riscatto per Arek Milil dopo due anni di infortuni che lo hanno costretto allo stop. A raccontarla è Fabio Tarantino sul Corriere dello Sport.

L’anno si chiude a 20 gol (17 in campionato, 2 in Europa League e 1 in Coppa Italia), con il sorriso, per l’attaccante, nonostante il recente digiuno e alcuni periodi difficili da cui, però, è riuscito sempre ad uscire contando solo su se stesso.

Come dopo il Liverpool, con il gol sfiorato ad Anfield. All’epoca si sfogò dicendo che è molto facile parlare quando si è seduti comodamente sul divano. Non perse tempo a crogiolarsi in un momento difficile e anzi ne trasse spunto per fortificarsi. Così poté ripartire, con forza, dal Cagliari.

Con il mercato alle porte Milik non ha nulla da temere: la società gli dà fiducia e da tempo si lavora per il rinnovo. Che Ancelotti punti su di lui per il nuovo anno fu chiaro già dopo il ko con l’Atalanta.

Può fare molti di più che venti gol, per il suo talento e i gol “falliti, o semplicemente sfiorati, se li ritroverà il prossimo anno, quando tornerà a sistemarsi al centro dell’attacco”.

La data che Milik considera speciale è il 3 dicembre scorso quando, contro l’Atalanta, dopo 4 reti in 13 partite, partì dalla panchina, per entrare a dieci minuti dalla fine e segnare il gol decisivo. Proprio a Bergamo, dove aveva giocato l’ultima partita, due anni fa, prima del ko in Nazionale.

È stato quello il momento a partire dal quale Arek ha iniziato ad esaltarsi: sette reti in sei partite, tra cui la punizione al Cagliari, dopo l’errore di Anfield.

“C’era solo un modo per reagire e Milik, che di cadute se ne intende, non ha perso tempo a rialzarsi e l’ha fatto nel suo stile, lasciando il segno”.

Nelle ultime sei gare non è riuscito a segnare, e questo è uno spunto di riflessione: a 25 anni

“è un centravanti moderno con tanti pregi e margini di crescita inesplorati. Può migliorare nel gioco aereo, nella gestione del pallone spalle alla porta e nel fiuto dei gol ‘sporchi’ da ricercare (anche) in notti speciali contro le big”.

Avrà tempo per completarsi, ha l’appoggio di Ancelotti.

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