Il presidente del Torino agli incontri organizzati dalla Lega parla del divario tra l’Italia e il resto dell’Europa e sottolinea che per rinnovarsi occorre equilibrio
Il presidente del Torino Urbano Cairo torna a parlare agli Awords organizzati dalla Lega Serie A. La Gazzetta riporta il lungo discorso incentrato ovviamente sugli argomenti del momento; si parte dai diritti tv e dal confronto impietoso con la Premier dopo l’exploit nelle coppe europee con 4 finaliste su 4 inglesi.
la Premier è quattro volte avanti alla serie A, un miliardo e 600 milioni contro i nostri 400
Cairo sposa la visione di De Siervo per cui è necessario aprirsi al bacino esterno,
aprire uffici di rappresentanza per moltiplicare i contatti e rafforzare il radicamento del calcio italiano all’estero
Un passaggio anche sugli stadi, punto centrale dello spettacolo calcistico e delle economie del sistema calcio. Cairo attacca la burocrazia che in Italia prevede tempi biblici per le autorizzazioni e cita ad esempio Spagna e Inghilterra.
«Super Champions 2.0? Io direi meno 2.0. Va contro quello che è il Dna del calcio, quello che è stato negli ultimi 50 anni»
arriva l’affondo diretto sulla proposta dell’ECA e su quanti vorrebbero accostare il calcio all’NBA americano. Un paragone impossibile sottolinea il presidente del Torino. Per ristrutturare la Champions in maniera moderna e costruttiva serve equilibrio e porta ad esempio questa fine di campionato: se non ci fosse la lotta per i posti in Europa, con la Juve prima in solitaria già da tempo, quale interesse ci sarebbe di giocare?
Cairo tiene la linea dura e attacca
«questo progetto lo vuole solo una minoranza. Scioperino loro…»
sottolineando che il mondo del calcio è unito e compatto contro una minoranza che vuole invece fare solo i propri interessi.