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Vorrei criticare il Napoli di Ancelotti, ma non si può. Mai con questa tifoseria

MAI con una tifoseria che grida “vinceremo il tricolor”. MAI con quelli che cantano “Sarri, vinci per noi”. MAI con la feccia che esulta per un imbecille che attira un uomo anziano nella trappola del selfie per insultarlo

Vorrei criticare il Napoli di Ancelotti, ma non si può. Mai con questa tifoseria
Foto Calcio Napoli

Riportiamo lo sfogo di un nostro collaboratore su Facebook ieri al termine di Napoli-Atalanta:

Il secondo posto in campionato, solo a Napoli, che nella sua storia sportiva ha vinto dal 1926 appena 2 scudetti, diventa un fallimento da imputare a presidente, società, squadra.

Ora, che il finale di questo campionato, anzi, di più, l’andazzo da dicembre in poi, sia stato deludente e si possano, si debbano fare critiche, anche severe, ad allenatore e giocatori, è un cuollo di cazzo. Che si cianci di fallimento, è un altro cuollo di cazzo. Ed è cecità pura non rendersi conto che una stampa sportiva pessima, un pezzo di tifoseria imborghesita, con una concezione consumistica del calcio (il “meritiamo di più”), ammantata da neoborbonismo, da identitarismo, con prosopopea da bidet + ferrovia Napoli – Portici + Poppella + i muorti di chivemmuorto, o da antagonismo napulegno, con corollario di cretina nostalgia del comandante, sono in effetti le forme o, se volete, il paravento dietro cui si saldano la peggio borghesia – quella che non è stata capace di salvare il Napoli dal fallimento, quella che ha fatto sempre e solo chiacchiere e che da anni invidia ADL e lo odia per mera invidia, e null’altro – e i peggio interessi della città.
Vorrei criticare questo finale d’anno del Napoli, ripeto, per nulla esaltante, noioso, e che fa incazzare, ma in questo contesto posso solo dire:

MAI con una tifoseria che grida “vinceremo il tricolor”,

MAI con quelli che cantano “Sarri, vinci per noi” (e lo dice chi, come sapete, ha sostenuto ed amato Sarri quando molti ci avevano la puzzetta al naso verso il toscano e qualcuno sosteneva che dargli il Napoli era come dare una Ferrari a un tassista).

MAI con la feccia che esulta per la sortita di un imbecille che attira un uomo anziano nella trappola del selfie per insultarlo.

Ieri sera vedevo il bellissimo documentario Naples ’44 di Patierno, a un certo punto c’è Norman Lewis che racconta degli scugnizzi affamati e del loro sguardo intelligente, di una intelligenza “da intellettuali”. Questa intelligenza a questo punto della storia di Napoli latita, di certo latita sugli spalti del San Paolo, tra chi commenta di calcio. Ho sempre difeso il tifoso da concezioni alla Kolarov: il calcio è cosa semplice e alla portata di tutti e il bar dello Sport è il sale del tifo e della discussione pallonara, non se ne può e non se ne deve fare a meno. Ma a questo punto, quando mi evidenziate che il tifo non è un fatto razionale, il tifoso adda sfugà (e l’omm adda puzzà), vi rispondo che, si, il tifoso non deve essere ragionevole, non deve occuparsi dei conti della società, è vero, ma manco adda essere strunz. Perché di questo stiamo parlando, una mandria che non sa di essere guidata. Che di fatto fa gli interessi di chi nel calcio ha in mano il potere. Appunto, ‘na mandria ‘e strunz.

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