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Per il momento va bene così. Ai miracoli pensiamo giovedì

Che pena Icardi. Da prima donna a semplice ballerina di fila. La dura legge dell’avanspettacolo. Le milanesi, si sa, “devono” rientrare nel giro che conta.

Per il momento va bene così. Ai miracoli pensiamo giovedì
Foto Calcio Napoli

FALLI DA DIETRO – 32A GIORNATA

Non falsiamo il campionato

In attesa di martedì Acciu a Ferrara manda in campo la Primavera.

Tre punti Semplici per i salesiani.

Che fanno andare in bestia nonno Andreazzoli e il Ceffo Sinisa.

Secondo loro un regalo che penalizza le altre impegnate per la salvezza.

Nessun regalo, tranquilli.

Magari a giugno il presidente estense Mattioli annuncerà l’acquisto di Coccolo per 18 milioni.

E tutto risulterà più decifrabile. Tutto risulterà più regolare.

Non falsiamo il campionato.

Chissà se era rigore l’intervento di Rodriguez su Sergheij.

Episodio che probabilmente sarà determinante per la corsa Champions.

Ma le milanesi, si sa, “devono” assolutamente rientrare nel giro che conta.

Il rigore non concesso scatena una furibonda rissa che ha il merito di rivedere in azione Andrea Bertolacci in estemporanea esibizione wrestling.

Specialità in cui, a quanto pare, dà il meglio di sé.

Il dopo gare culmina nella zingarata eccessiva di Kessiè e Baka a sbeffeggiare Acerbi sotto la curva.

E’ l’atto finale di una ragazzata iniziata in settimana sui social.

Ringhio fa bene a chiedere pubblicamente scusa alla Lazio e a ricordare ai suoi che in futuro sarà meglio per tutti allenarsi un ora in più invece di smanettare con gli smartphone.

C’è chi dei social fa buon uso

“Siamo due scugnizzi che, attraverso il sacrificio e la dedizione, si sono presi ciò che volevano, ribaltando un destino che doveva solo essere cambiato”.

Sono le parole che Fabio Pisacane ha voluto dedicare ad Armando Izzo dopo la gara vissuta da rivali.

Uno con la maglia del Cagliari, l’altro con quella del Toro. Uno proveniente dai Quartieri Spagnoli, l’altro da Scampia. Due realtà territoriali di una Napoli negata.

Divennero amici ad Avellino e da allora il legame forte che li unisce non si è mai indebolito.

Ormai si scomoda Salinger per descrivere il legame forte che c’è fra Napoli è l’Imperatore nero.

Lui è “l’amico per la pelle da chiamare al telefono tutte le volte che ti gira” di cui parlava Holden Caulfield in quel famoso romanzo di formazione.

Bello che il successo a Verona, in un momento così delicato per lui e per la squadra, sia in gran parte merito suo.

A lui piace proprio segnare in aprile.

Prima doppietta in carriera e Pandoro retrocessi. In un campionato che, fra plusvalenze e bilanci farlocchi, probabilmente i clivensi non avrebbero dovuto nemmeno iniziare.

Non ci mancheranno.

Sabato i ragazzi azzurri sentono il bisogno di riunirsi in una stanza d’albergo.

Sentono il bisogno di guadarsi negli occhi e dirsi cose.

Non un patto. Ma una promessa per l’immediato futuro. Una promessa che definisca una scadenza, un obbiettivo consistente a un gruppo ormai giunto al suo naturale esaurimento, un gruppo bello, vitale, armonioso, composto da individualità tecniche e umane davvero invidiabili ma tuttora inesorabilmente a corto di risultati concreti.

Scendono in campo con altro per la testa. Ma è una partita facile facile e loro la giocano con praticità e realismo.

Una partita che registra tante cose buone. Il ritorno del Portierino Timido con vistosa cicatrice in fronte e le 200 maglie per il Fiammante Fiammingo. E soprattutto la conferma del talento imprescindibile di Arcadio, l’Armadio di cristallo.

Per il momento va bene così.

Ai miracoli pensiamo giovedì

Il Derby della Lanterna è dell’Intramontabile. E’ lui il capocannoniere, altro che Toy Boy.

Altro che Robert Lewandowki, e Luis Suarez. Nella classifica della Scarpa d’Oro, davanti a lui solo Leo Messi e il campione del mondo Kylian Mbappé.

Rigore per i Suninter.

Lui prende il pallone per battere.

Ma Perisic si avvicina, glielo toglie dalle mani e lo sistema sul dischetto.

Goal.

Il primo ad ed abbracciare il croato è lui.

La Wandissima.

Gesto nobile, nulla da dire. Però che pena.

Da prima donna ridotta a semplice ballerina di fila.

La dura legge dell’avanspettacolo.

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