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Le difficoltà di Insigne e Mertens nel gioco d’attacco di Ancelotti

La squadra segna meno degli anni scorsi. Per Lorenzo un gol ogni 200 minuti. Dries ne ha segnato uno nelle ultime dieci partite. Occorre trovare una soluzione

Le difficoltà di Insigne e Mertens nel gioco d’attacco di Ancelotti
Insigne e Mertens (Carlo Hermann / Kontrolab)

Media di 1,7 gol a partita

Il Napoli ha il mal d’attacco? Proviamo a rispondere a questa domanda. Il Napoli fin qui ha segnato 51 gol in 30 partite, a una media di 1,7 gol a partita. Media che cresce se ci riferiamo al campionato: 42 gol in 22 partita, siamo quasi alla media di due gol a partita. E diminuisce in Champions dove appena 7 gol in 6 partite. E la media è facilmente calcolabile. Se il Napoli dovesse superare almeno due turni di Europa League, quindi raggiungere i quarti, è molto probabile che tocchi quota novanta reti in stagione. Traguardo significativo ma il dato più basso degli ultimi cinque anni.

Con l’avvento di Benitez, il Napoli ha segnato per quattro stagioni consecutive più di cento gol a stagione. Soltanto l’anno scorso si è fermato a 97. Il Napoli di Ancelotti è in media con l’ultimo Napoli di Mazzarri che si fermò a 88 reti.

Al di là dei numeri, però, è interessante soffermarsi anche su altro. Il Napoli ha tre attaccanti in rosa. In campionato il più prolifico è stato Milik che ha segnato 12 gol. Mertens e Insigne sono fermi a 8. Non c’è gara nel rapporto tra reti segnate e minuti giocati. Il polacco e il belga hanno giocato gli stessi minuti (sei in più per il polacco): Milik segna un gol ogni 114 minuti, Mertens uno ogni 170. Stiamo parlando di campionato. Insigne addirittura uno ogni 203. Un’enormità. E Callejon quest’anno ha segnato solo una volta. Insomma il problema in avanti c’è.

Ed è un problema insolito per Ancelotti che ad esempio, al Chelsea, stabilì il record di gol segnati in Premier: 103. Record battuto solo lo scorso anno dal City di Guardiola. Ma che resta nella bacheca del Chelsea.

Abbiamo più volte scritto che Ancelotti predilige al centro dell’attacco un centravanti classico. Come Milik, appunto. E infatti il polacco è l’unico dei tre che non ha accusato battute d’arresto, che non può essere colto da crisi di nostalgia. Anche perché era reduce da due gravi infortuni.

La coppia soffre

Mertens e Insigne, invece, soffrono. Lorenzo sembrava aver assorbito al meglio il cambio di ruolo. Ha cominciato a segnare subito nel ruolo di seconda punta. Proprio contro la Fiorentina. Poi una doppietta al Torino. Ma è stato un fuoco che si è spento il 6 novembre giorno di Napoli-Psg. Il rigore a Buffon ha aperto una fase di lunghissimo black-out interrotto dalla rete alla Sampdoria. Lorenzo, però, fatica a trovare la propria posizione. Si allarga di frequente, cerca la sua comfort-zone, e non è più lucido sotto porta. Anche ieri a Firenze, in avvio di partita, ha avuto il pallone giusto ma lo ha calciato fuori.

Per Mertens un gol in dieci partite

Insigne è il calciatore con la media più alta tra reti segnate e minuti giocati. Una media improponibile: oltre 200 minuti. Ma c’è chi soffre più di lui in campo. Ed è Dries Mertens. Che a Parigi segnò la rete che avrebbe potuto darci la qualificazione in Champions. Che era partito dietro Milik nelle gerarchie di Ancelotti, ma che poi aveva avuto la forza di far parlare il campo e di scalzare il polacco dall’undici titolare. Anche lui, però, si è progressivamente smarrito. In campionato ha segnato in tre partite consecutive: Udinese, Roma, Empoli (tripletta) e poi più nulla fatta eccezione il gol vittoria al Bologna. Nelle ultime dieci partite giocate – senza contare Frosinone e Sampdoria in cui è rimasto in panchina – ha segnato la miseria di un gol.

Il problema in attacco esiste. Ora bisogna capire se è un problema di adattamento al gioco di Ancelotti. Perché Mertens, sia pure da atipico, ha dimostrato di saper fare i gol. Ancelotti è uno sperimentatore, ma gli esperimenti preferisce farli in altri settori del campo. Così come in porta predilige il portiere che para, probabilmente in avanti preferisce l’attaccante che segna.

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