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La dittatura Juventus e il senso della Serie A

A gennaio il campionato è già finito. Le uniche incertezze sono per il quarto posto e un posto per la retrocessione. Il Lione in Francia vinse sette tornei di fila

La dittatura Juventus e il senso della Serie A

Non ci sono precedenti nell’Europa che conta

Houston, abbiamo un problema. Il campionato di Serie A non ha più storia. Almeno per quel che riguarda la prima posizione. E, a meno di clamorosi colpi di scena, anche per il secondo. La Juventus si avvia a vincere l’ottavo scudetto consecutivo. Un record senza precedenti in Italia. Così come nel resto d’Europa che calcisticamente conta. In Germania, ad esempio, il Bayern è fermo a sei. Quest’anno potrebbe vincere il settimo consecutivo, al momento però è sei punti dietro al Borussia Dortmund. In Inghilterra non c’è mai stato un simile filotto: da quando è nata la Premier, le vittorie consecutive – del Manchester United – sono state al massimo tre. Né in Spagna né in Portogallo si è mai avuta una dittatura del genere. L’ultimo esempio è quello francese col Lione che vinse sette campionati consecutivi dal 2001 al 2008. Il Psg è arrivato a quattro, poi però si è arreso al Monaco.

In Italia, invece, la Juventus non si è mai arresa. In due edizioni ha dovuto lottare più del solito: contro la Roma di Garcia e contro il Napoli di Sarri. In entrambi i casi, però, ha vinto. Nel primo caso, addirittura con 102 punti (record fin qui imbattuto e che quest’anno Cristiano Ronaldo e compagni proveranno a battere); lo scorso anno con 95.

Viaggia a una media tra i 106 e i 107 punti

Dopo ventuno giornate di campionato, la Juventus ha 59 punti in classifica. Le ha vinte tutte tranne due pareggi: contro il Genoa in casa e contro l’Atalanta a Bergamo. Viaggia a una media tra i 106 e i 107 punti. Semplicemente mostruosa. Per fare un esempio, il Napoli dei record dello scorso anno ha cinque punti in meno rispetto ai bianconeri di Cristiano Ronaldo.

Il campionato, almeno per quel che riguarda la prima posizione, non ha più senso già a gennaio. Se mai lo ha avuto in autunno. Dopo 21 partite, il Barcellona conduce in Spagna con 49 punti (uno in più del Napoli che in Liga sarebbe secondo). In Germania, con 19 partite giocate, il Borussia è primo con 48 punti e il Bayern è secondo a 42. In Premier League, con 23 partite giocate, il Liverpool ha 60 punti e il Manchester City 56. Soltanto in Francia il Psg viaggia alla media Juventus con 56 punti in 20 partite.

Il pacchetto Serie A è meno appetibile

La Serie A di fatto non regala più alcun interesse, almeno per quel che riguarda la lotta al titolo. Al momento, a destare interesse sono la lotta per il quarto posto – che vuol dire ingresso in Champions – e quella per la retrocessione dove peraltro il Chievo sembra già condannato e fino a ieri anche il Frosinone che si è regalato un po’ di ossigeno vincendo a Bologna 4-0.

Da gennaio a maggio, non ci saranno altri motivi di interesse. Qualche patema in più potrebbe regalarlo l’Inter di Spalletti se dovesse perdere qualche altro punto e aprire la lotta per la Champions anche per il terzo posto.

La questione non è più se il campionato italiano sia più o meno allenante. Il punto è se sia più o mano allettante dal punto di vista emotivo. È un campionato che per l’ottavo anno consecutivo avrò lo stesso vincitore. Che non regala più alcun tipo di incertezza, se non nelle posizioni di rincalzo. Il pacchetto Serie A è decisamente meno appetibile sia in Italia sia soprattutto all’estero. Non è mai un buon segnale quando viene estirpata la concorrenza. Non si può chiedere alla Juventus di autoeliminarsi. Ma forse è il caso che qualcuno cominci a porsi qualche domanda. Il campionato italiano è diventato noioso e poco attrattivo. E non è una buona notizia.

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