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Il Sudamerica e il Napoli, una storia d’amore

Da Careca a Cavani, fino a Higuain nonostante il modo in cui è finita: tre attaccanti sudamericani che resteranno legati al Napoli

Il Sudamerica e il Napoli, una storia d’amore

Oltre due milioni di tifosi in Italia

Le tinte d’azzurro sulla città di Napoli, di quel colore tra l’azzurro mare e quello cielo, lungo e infinito come l’orizzonte stesso, sono l’identificazione assoluta della città con l’unica squadra di calcio che la rappresenta. Fondata nel lontano 1926, la SSC Napoli è stata sempre il punto di riferimento sportivo assoluto dei partenopei. La squadra oggi allenata da Carlo Ancelotti è solo la punta dell’iceberg di una storia assoluta, piena di emozioni sebbene povera di titoli. Quanto ottenuto dalla società azzurra fino ad ora è stato sufficiente per creare un nutrito gruppo di tifosi che va ben oltre i due milioni in tutta Italia, dove si piazza al quarto posto immediatamente dopo Juventus, Inter e Milan, le tre grandi realtà del ricco e opulento Nord. Adesso al secondo posto in Serie A, la società azzurra si è sempre caratterizzata per una serie di giocatori stranieri che hanno fatto la sua storia, soprattutto a suon di goal. Negli ultimi trent’anni sono stati tre i grandi centravanti che hanno fatto sognare il San Paolo a suon di reti, tutti provenienti dal Sudamerica, terra di grande tradizione calcistica. Più esattamente stiamo parlando di un uruguayano, di un brasiliano e di un argentino, ossia dei principali rappresentati del calcio oltreoceano.

Cavani, goal storici

Con ben 104 reti in solo tre stagioni, Edinson Roberto Cavani è il giocatore con la miglior media goal della storia della SSC Napoli. Arrivato in azzurro durante l’estate del 2010, l’attaccante uruguayano nato a Salto nel 1987 dava il via a una svolta personale ma non solo. Con il suo spostamento dalla fascia al centro dell’attacco, Cavani avrebbe iniziato a segnare a raffica, come mai in carriera. Al Palermo, squadra dalla quale proveniva, non era mai andato oltre le 15 reti stagionali, tendenza totalmente sovvertita al San Paolo agli ordini di Walter Mazzarri. L’attaccante adesso al Paris Saint Germain, assoluta favorita nella Ligue 1 francese come ben indicano le scommesse calcistiche con una quota di 1,10 il 27 novembre, è attualmente circondato da una serie di voci che vorrebbero il suo ritorno in azzurro, ben cinque anni dopo la sua cessione al club francese.

Eppure, almeno per ora, i tifosi azzurri lo ricordano con emozione per via dei tanti goal e del suo contributo fondamentale alla prima qualificazione in Champions del Napoli nella primavera del 2011. In quella stagione, la squadra di Mazzarri, con il quale Cavani aveva un ottimo rapporto, aveva giocato ad altissimi livelli arrivando addirittura a contendere lo scudetto al Milan per qualche settimana. Le 26 reti dell’allora numero 7 azzurro diedero al Napoli la possibilità di giocare in Champions, dove proprio Cavani si sarebbe consacrato con goal importanti a Manchester City e Chelsea. Vincitore di una Coppa Italia nel maggio 2012, l’uruguayano fu l’assoluto deus ex machina di quella squadra, prima di partire per Parigi dopo aver conquistato comunque un importante secondo posto nella stagione 2012-13.

Careca, altruismo e classe

Prima ancora di Cavani, un altro sudamericano aveva fatto la storia con la maglia azzurra numero 7. Stiamo parlando di Antonio de Olivera Filho, più conosciuto come Careca. Arrivato al San Paolo nell’estate 1987, ossia dopo il primo scudetto, il brasiliano divenne subito il principale socio di Diego Armando Maradona, con il quale formò l’unica coppia argentino – brasiliana capace di funzionare ad altissimi livelli in tutta la storia del calcio. Sempre molto legato al Napoli, del quale ammira la qualità del gioco, Careca era dotato di una classe e di una velocità d’esecuzione impressionante, e seppur fosse un attaccante vero e proprio era dotato di un altruismo che permetteva a tutti i compagni di rendere nel migliore dei modi. Dopo l’addio di Bruno Giordano, vestì la maglia numero 9 con la quale vinse una storica Coppa Uefa nella stagione 1988-99 e il secondo scudetto l’anno successivo. La sua storia a Napoli è una di quelle più belle di sempre, dato che da buon sudamericano si sentì subito identificato con la città e con la tifoseria, che gli dedicava tantissimi cori, tra cui il famoso “Tira la bomba”. Restato a Napoli anche per due stagioni dopo l’addio di Maradona, ancora oggi torna spesso nella città che ama.

Higuain, il recordman

Nonostante il suo addio si sia consumato nel modo più triste possibile, ossia di nascosto e con direzione Torino per approdare alla tanto odiata Juventus, Gonzalo Higuain resterà per sempre nella storia del Napoli. I suoi 36 goal nella stagione 2015-16 lo hanno resto il giocatore con più reti di sempre in tutti i campionati di Serie A. Giunto al San Paolo per sostituire Cavani nell’estate del 2013, l’argentino aveva trovato il suo posto nel mondo: non più discusso da una tifoseria esigente come quella del Real Madrid e senza l’ingombrante concorrenza di un attaccante come Karim Benzema, Higuain era finalmente padrone assoluto dell’attacco di una squadra che competeva ad alti livelli. Dopo le due prime stagioni con Rafa Benitez, caratterizzate da alti e bassi, nelle quali vinse una Coppa Italia e una Supercoppa italiana, l’ex River Plate realizzò la sua miglior stagione di sempre agli ordini di Maurizio Sarri, ormai un secondo padre. La sua partenza alla Juve è stata una macchia, ma il suo record resterà per sempre.

Dal Sudamerica al golfo di Napoli, questi tre attaccanti resteranno sempre e comunque legati al nome della società partenopea.

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