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A Liverpool il Napoli non dovrà sbagliare tutti quei gol

È probabile che la squadra di Ancelotti giochi di rimessa come a Bergamo. È un gioco che, però, ha bisogno di freddezza sotto porta. E ieri sera non c’è stata.

A Liverpool il Napoli non dovrà sbagliare tutti quei gol

The Dark Side of the Moon

La scelta tattica di Ancelotti sul campo di Bergamo è stata chiara, visibile fin dall’inizio. Ne ha parlato Alfonso Fasano nella sua analisi tattica: «La scelta di Ancelotti non è per i puristi del calcio offensivo, ma è stata estremamente funzionale. I due esterni di centrocampo (Callejon e Fabian Ruiz) stazionavano addirittura alla stessa altezza dei compagni di difesa. Una linea a sei che serviva proprio per chiudere il gioco a “doppia ampiezza” degli uomini di Gasperini». Ovviamente, nel nostro pezzo, ci sono dati e altre descrizioni a supporto di questa lettura.

In avanti, la scelta è stata chiara: ricerca immediata della verticalità, in transizione e non solo. È l’adattamento lessicale del vecchio contropiede che Sacchi declinò in “ripartenze” e che oggi rappresenta una soluzione tattica adoperata da molte squadre, magari con un’accezione meno prudente rispetto al passato. Proprio come il Napoli ieri sera, che ha adattato il suo gioco a quello dell’Atalanta, ed è rimasto più basso ma con grande volontà di ripartire.

Bene, solo che questa strategia nasconde un Dark Side of the Moon, per citare uno dei dischi-capolavoro della storia del rock. Ovvero: se vuoi giocare in transizione o ripartenza, devi essere letale sottoporta. Ci siamo accorti ieri sera, dopo 100 secondi di partita. Ecco come può andare: palla giocata nello spazio dietro la difesa, Insigne si inserisce, trova Fabian Ruiz e palla in rete. Appunto, dovrebbe andare sempre così.

In vista di Liverpool

Sì, perché il resto del primo tempo è stato uno sterminio di palle gol, nel senso di occasioni non concretizzate. Altre tre grandi ripartenze, con un palo e due gol falliti con il giocatore da solo davanti al portiere. Il tiro di Insigne deviato sul legno da Berisha è stato “annullato” per fuorigioco (che non c’era), ma le conclusioni di Fabian Ruiz e Insigne non sono state precise. La prima, dello spagnolo, rappresenta l’unica macchia in una serata di ordine e qualità; la seconda, per quanto difficile perché da lontano e sull’uscita del portiere avversario, poteva essere più precisa.

Nella ripresa, il Napoli ha subito un gol e si è trovato a dover rimettere in piedi una vittoria costruita con intelligenza, preparata in allenamento. Un’impresa riuscita grazie a una giocata di Milik, e in fondo meritata. Solo che noi abbiamo qualche perplessità, anche e soprattutto in vista del futuro prossimo. Un futuro che si chiama Liverpool, che andrà in scena ad Anfield, che non permetterà errori. E che promette un’altra partita da giocare alla morte, se non in difesa e contropiede come ieri sera, quantomeno col coltello tra i denti. Una condizione inevitabile quando l’altra squadra ha maggior consistenza fisica (come l’Atalanta) o grandi qualità tecniche e tattiche (come il Liverpool).

Il Napoli non potrà permettersi di non sfruttare certe opportunità sulla Mersey. Una ripartenza condotta con qualità, pensata a tavolino, costruita e attuata bene sul campo deve essere finalizzata con successo. Lo stesso Liverpool, che pratica un calcio similare nelle sue giornate migliori, insegna che il miglior gioco di transizione va sfruttato a dovere proprio in certe occasioni. Nel match giocato al San Paolo, la squadra costruì davvero poco, non seppe rendersi pericolosa e sprecò con dei passaggi avventati (ben intercettati da Ospina) due buone transizioni. Considerando l’obbligo di vincere contro il Napoli, non è difficile immaginare una serata simile a quella di Bergamo. Il Napoli ha sostenuto un buon test preparatorio, ma per l’esame finale serve qualcosa di più. Nei pressi della porta avversaria, quando capiteranno le occasioni giuste.

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