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Allegri: «Contrario a fermare le partite»

Le parole di Allegri sui fatti di Inter-Napoli: «Non siamo noi e nemmeno l’arbitro a poter fermare una partita, solo chi gestisce l’ordine pubblico».

Allegri: «Contrario a fermare le partite»
Photo Matteo Ciambelli

In conferenza stampa

Massimiliano Allegri si esprime in conferenza stampa sulle vicende degli ultimi giorni: «Abbiamo la possibilità di sterzare di nuovo, però bisogna fare e non chiacchierare. Servono misure preventive su tutto. Fermare le partite? Non sono d’accordo. Non siamo noi e nemmeno l’arbitro a poter fermare una partita, solo i responsabili dell’ordine pubblico. Detto questo non tollero nessuna forma di razzismo e di insulto nei confronti anche dei morti e delle tragedie che sono successe, ma purtroppo in Italia manca, diciamo che abbiamo perso un po’ della nostra educazione e rispetto. Non è solo esteso al calcio, per ripartire e migliorare bisogna entrare dove ci sono i bambini piccoli.

«Noi che siamo parte del gioco – prosegue Allegri – dobbiamo essere più responsabili e usare un briciolo di intelligenza per non alimentare quello che c’è già. In Italia c’è un’esasperazione esagerata, non accettiamo più né sconfitte né vittorie. Questo bisogna fare, altrimenti non serve a niente. Dentro gli stadi c’è la tecnologia che può acchiappare quello che fa casino. È semplice, si prende, si acchiappa e dentro lo stadio non si può più entrare. Ma non possiamo risolverlo noi questo problema, ma gli organi di competenza. La chiusura degli stadi? Non sono decisioni che spettano a me, se hanno preso questa decisione sarà giusta. Il problema però viene risolto momentaneamente, il problema va risolto a monte».

Allegri sul calcio italiano

«Mi piace lavorare in Serie A, si tratta di un campionato bello, difficile.Vanno migliorate le cose fuori dal calcio. Ci deve essere educazione. Poi non lamentiamoci se quando arriviamo col pullman ci sono genitori che insultano contro tutti con il proprio figlio accanto. E il bambino che deve fare? Quindi mi viene voglia di mettermi a disposizione per cercare di trasmettere non solo a mio figlio di sette anni, ma anche agli altri, un po’ di educazione».

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