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Ospina come il Lacryma Christi, sottovalutato ma buonissimo

Ospina non sarà un fuoriclasse, ma è un portiere di buona qualità. Come il vino prodotto sul Vesuvio, imperfetto ma buonissimo.

Ospina come il Lacryma Christi, sottovalutato ma buonissimo

Ospina per il dopo-Reina

Tra storia e leggenda si sa che il nome Lacryma Christi affonda le sue radici nel fatto che Lucifero, nella sua discesa agli inferi, abbia portato via con sè un pezzo di Paradiso e che Gesù, riconoscendo nel Golfo di Napoli il Paradiso rubato, pianse lacrime tanto copiose da dare vita alle splendide vigne del Vesuvio Lacryma Christi bianco e rosso.

Le stesse lacrime che parecchi tifosotti azzurri dicevano di versare copiose quando perso Reina, nel bel mezzo di Ferragosto, tra un tuffo a cufaniello al Lido Mappatella e un’insalata di riso sulla spiaggia di Baia Domizia, presero per un mezzo bluff la notizia che De Laurentiis stava agli ultimi dettagli con i Gunners per il portiere colombiano Ospina: ‘’Ma chi è chist’?’’. Cioè, Giuntoli stava portando a Napoli uno che all’Arsenal nel 2015, appena tre anni prima, entrava in lizza tra i migliori 60 calciatori al mondo per il Pallone d’oro e qualcuno se ne lamentava chiagnenno miseria. Gesù Gesù…

Il fascino del Vesuvio

Il Vesuvio si sa non è stato sempre benevolo con la gente che gli vive intorno, tutt’altro, eppure conserva un fascino inarrivabile soprattutto agli occhi dell’appassionato di vino, non solo per la storia che serba in sé un territorio così ricco di riferimenti ancestrali ma anche e soprattutto per lo scenario davvero poco comune dove si sviluppa una viticoltura che definirla eroica è dir poco.

Qui nascono vini bianchi eccellenti principalmente da uve Catalanesca, Caprettone e Falanghina e rossi da uve Piedirosso e Aglianico davvero particolari, vini talvolta imperfetti e sgraziati ma buonissimi, spesso sottovalutati dai molti palati fini eppure conosciuti in tutto il mondo: Lacryma Christi è una delle denominazioni più famose al mondo!

La rivalsa degli sgraziati

E allora non sarà forse così bello da vedere in porta David Ospina, non è slanciato come ter Stegen, non ha la prestanza di Curtois, la visione di gioco di Ederson Moraes ma ha però tutti i fondamentali, tra i pali ci sa stare, le uscite le sa misurare e con i piedi ci sa fare. Non come il miglior Reina, forse, ma ci sa fare e l’ha dimostrato, al netto dei primi passi timidi con Milan e Samp giri la faccia dall’altra parte chi non si è ricreduto dopo le ultime brillanti prestazioni, chi dopo Napoli-Sassuolo non si è fatto addirittura suggestionare dal pensiero che ‘’Oh, un nuovo Garella vive tra noi!’’

Un po’ come questo vino rosso richiama alla mente un pensiero di rivalsa importante e per lungo tempo dormiente in questo territorio. A Boscotrecase, nel cuore del parco del Vesuvio, la famiglia Sorrentino dacché ci ricordiamo nonostante la timidezza dei primi passi ha saputo invece ritagliarsi un ruolo da protagonista sulla scena enoica vesuviana con vini ogni anno sempre più rappresentativi delle varietà locali e dell’anima più autentica di questo pezzo di terra del napoletano.

E il Vigna Lapillo rosso 2014 di questo successo ne è degno interprete; viene fuori in larga parte da uve piedirosso con un piccolo saldo di aglianico, ha un naso dalla precisa identità varietale tratteggiato da note terragne e fruttate, balsamiche e minerali, ha sapore asciutto, avvolgente e pronunciato, è proprio il caso di dire che stiamo parlando di un rosso vulcanico, nel vero senso della parola!

Non un fuoriclasse, ma un buon portiere

Non necessariamente un Lacryma Christi rosso da invecchiamento, ma la buona tensione gustativa e l’incipit speziato e balsamico rivelano un vino capace di evolvere nel tempo con essenzialità ma buona personalità. Così va apprezzato il nostro David Ospina, magari non è un fuoriclasse ma di certo abbiamo tra le nostre fila un portierone che, se riscattato, nei prossimi anni può solo migliorare e con lui far crescere tutto il gruppo!

Il link de L’Arcante
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