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L’Empoli di Andreazzoli sempre alla ricerca della qualità

Pochi punti, ma tanto gioco di qualità. L’Empoli è una squadra sistemica, che paga l’ingenuità dei calciatori, non la mancanza di un sistema valido.

L’Empoli di Andreazzoli sempre alla ricerca della qualità

Pochi punti rispetto al gioco espresso

È stato un argomento trattato in conferenza stampa da Aurelio Andreazzoli: il suo Empoli gioca praticamente sempre bene, ma fa pochi punti. Appena tre nelle ultime otto partite, dopo l’esordio casalingo con vittoria (2-0 al Cagliari). Da allora, solo Chievo, Milan e Frosinone hanno concesso punti agli azzurri toscani. Contro la Juventus, nell’ultima partita, abbiamo assistito alla rappresentazione plastica dell’Empoli: un gran primo tempo, poi ingenuità clamorose che hanno cambiato il risultato. Anzi, che l’hanno determinato.

Al netto delle discussioni sulla gravità del fallo successivo, Bennacer si fa soffiare il pallone da Dybala in area di rigore. Perché stava cercando di costruire un’azione di ripartenza palla al piede, con qualità. Piaccia o meno, è la scelta dell’Empoli: giocare a calcio, provare a farlo bene. Contro la Juventus è andata particolarmente bene, soprattutto nella prima parte. La squadra di Allegri ha sofferto molto a creare gioco, ha concesso la rete del vantaggio e ha recuperato la partita solo grazie a un rigore dubbio e a una giocata meravigliosa di Ronaldo.

Nella sua intervista al Mattino (ma l’ha fatto anche in altre occasioni), Carlo Ancelotti ha parlato delle «piccole squadre con un’identità, che cercano sempre di produrre qualcosa e non si mettono più tutte in difesa, vicino alla propria porta per strappare un punto». Ecco, l’Empoli appartiene a pieno titolo a questo gruppo ideale. E verrà al San Paolo per giocare, magari con uno schieramento più accorto (due trequartisti e un solo attaccante) rispetto al 4-3-1-2 che è un po’ il marchio di fabbrica della società, dai tempi di Sarri passando per Giampaolo e poi per Andreazzoli. Che, però, non rinuncia mai alla ricerca della qualità.

Qualità verticale

La qualità dell’Empoli si esprime con ripartenze veloci, ficcanti, con la ricerca della verticalità. La squadra azzurra vuole cercare di risalire velocemente il campo per attivare le combinazioni offensive negli spazi. Il gol di Caputo contro la Juventus è arrivato in questo modo, con una grande cavalcata di Acquah. Ma anche una grande occasione contro la Roma è nata nello stesso identico modo, esaltando le capacità dei giocatori di farsi trovare tra le linee e poi attaccare la profondità:

L’occasione di Dzeko contro la Roma

È un tipo d’azione che prescinde dall’atteggiamento, e forse è questa la caratteristica più riconoscibile dell’Empoli. Andreazzoli ha costruito una squadra che sa applicare questo gioco in fasi di transizioni, ma riesce a rendersi pericolosa anche con un una manovra più paziente, almeno inizialmente. Le 13 conclusioni medie per match (nona quota del campionato) e la media di possesso palla (52% ogni 90′) spiegano che questa squadra capace di orchestrare un gioco d’attacco valido anche con una squadra schierata, contro difese schierate. Certo, la qualità incide molto da questo punto di vista: 9 reti realizzate su 138 conclusioni tentate rappresentano un numero troppo basso. Allo stesso modo si può parlare del rapporto difensivo: la fase passiva ha cifre tutto sommato positive (15.3 conclusioni concesse per match), ma i gol subiti sono già 15. Una sproporzione elevata, che nasce più dall’immaturità tecnica dei giocatori piuttosto che dalle falle del sistema.

Come tutti gli allenatori che lavorano molto sulla struttura identitaria della propria squadra, Andreazzoli si fida di un gruppo ristretto di titolarissimi. Difficile pensare a grossi stravolgimenti in vista del Napoli, quindi è probabile che l’Empoli scenda al San Paolo in formazione tipo. Come detto, Caputo potrebbe/dovrebbe agire come unica punta, supportato dal fantasista Zajc e da Krunic; cerniera di centrocampo a tre, con Bennacer confermato accanto ad Acquah e Capezzi; in difesa, Di Lorenzo ed Antonelli esterni, con Silvestre e Maietta centrali. Tutti calciatori con una buona proprietà tecnica, si pensi per esempio ai trascorsi di Silvestre con Giampaolo, oppure allo stesso Traoré, prima alternativa in mezzo al campo (di solito in ballottaggio con Capezzi, prodotto della Fiorentina).

La partita di domani

Il Napoli affronterà una squadra con un gioco fisso, su cui il tecnico lavora da tempo. Andreazzoli appartiene a una generazione di allenatori specializzati nel produrre calcio attraverso il miglioramento di precisi meccanismi, del resto dalle parti di Empoli è una consuetudine che ricorre da tempo. Dopo Sarri e Giampaolo, Corsi preferì promuovere (e non esonerare) il loro collaboratore Martusciello piuttosto che cambiare filosofia. Lo stesso Andreazzoli è subentrato lo scorso anno a Vivarini, altro tecnico sistemico, dopo quattro anni come assistente alla Roma. Fu un’assunzione a sorpresa che ha ripagato dell’investimento in fiducia, con una promozione raggiunta attraverso una proposta di calcio spettacolare per la serie cadetta.

Il Napoli, per battere l’Empoli, dovrà affrontarlo sul suo terreno di gioco, dovrà tenere un possesso pulito, senza errori, per due motivi. Intanto, per evitare le transizioni verticali alla ricerca di Caputo; ma, soprattutto, per non permettere agli avversari di prendere fiducia rispetto al loro stesso modello di gioco, che diventa più sicuro e pericoloso quando gli vengono concesse occasioni perché possa esprimersi. Tenendo bene e per lungo tempo il pallone, la squadra di Ancelotti depotenzierà i due punti più importanti del gioco di Andreazzoli, che oltretutto risulta più facilmente attaccabile sugli esterni, in fase statica. Le catene laterali dell’Empoli sono derivate, i trequartisti e/o le mezzali devono allargarsi a supporto dei terzini, proprio lì dove il Napoli costruisce meglio il suo gioco. Per tutti questi motivi, sarà una partita interessante da vedere, anche per gli amanti della tattica.

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