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Ora per Sconcerti «il Liverpool è una grande squadra comune, non ha fuoriclasse»

Sul Corriere della Sera scrive che il calcio si è livellato. Riconosce – bontà sua – “l’importanza della vittoria del Napoli che ha giocato da squadra europea”

Ora per Sconcerti «il Liverpool è una grande squadra comune, non ha fuoriclasse»

Il giornalismo italiano non smette di sorprendere

Il giornalismo italiano non smette di sorprendere. Mario Sconcerti, l’uomo che in tempi non sospetti scrisse che Cristiano Ronaldo avrebbe fatto panchina o tutt’al più il tornante, oggi compie un altro capolavoro da celebrare. Nel suo commento al mercoledì di Champions, comincia dicendo che “la sorpresa è l’Inter a sei punti dal Tottenham, ma l’impresa (bontà sua, ndr) è del Napoli che riesce a battere e dominare il Liverpool”.

Poi, d’improvviso, scopre che tra l’Inghilterra e l’Italia non c’è poi tutta questa differenza: “sono partite che prendono in contropiede le idee del calcio, soprattutto quelle per cui gli inglesi sono sempre più forti di tutti perché sono i più ricchi e i più seguiti nel mondo. In realtà oggi i grandi movimenti del calcio sono tutti molto vicini perché mancano i giocatori che facciano davvero differenza”.

Tranne Salah, ma il Salah di altri momenti

Per Sconcerti “il Liverpool è una grande squadra comune, come il Napoli. Ha giocatori importanti ma non fuoriclasse, tranne forse Firmino e Salah, ma il Salah di altri momenti. Non è una colpa del Liverpool, è solo il momento storico che mette le grandi squadre quasi tutti alla pari. La mancanza di fuoriclasse pareggia in buona parte le differenze economiche, non sai più chi comprare”. Insomma improvvisamente abbiamo scoperto che il calcio è livellato. Si è livellato in una notte, come se fosse un vulcano spuntato dal nulla. Le meraviglie della natura.

Sia come sia (scrive proprio così Sconcerti e lo facciamo nostro), “il Napoli – sempre bontà sua – ha meritato tutta l’importanza della sua vittoria. Ha creato gioco nel primo tempo, ha creato occasioni nel secondo, giocando un calcio veloce, aggressivo, mai banale, una partita da vera squadra europea. Gli anni in Champions di Benitez e Sarri hanno costruito esperienza, oggi il Napoli è un avversario forse più adatto al torneo che al campionato perché non ha più il respiro lungo, ma sa giocare meglio la grande partita. E non è obbligato a trovarsi sempre la Juve davanti”.

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