ilNapolista

Fare più bella Parigi con l’armonia partenopea

Lasciare un pezzo di mare dentro il Parco dei Principi, provare la dolce amarezza di sa di aver tenuto Parigi tra le mani e tra i piedi

Fare più bella Parigi con l’armonia partenopea

Fare sparire Cavani

Fare più luminosa Parigi prima che faccia notte. Regalarle un respiro diverso, lasciare un pezzo di mare dentro il Parco dei Principi, un pezzo di cuore tra le mani dei napoletani, una scintilla di meraviglia negli occhi dei parigini.

Fare sparire Cavani come quando si toglie via la polvere dagli scaffali, nascondere Neymar come le cose belle e inutili, da tenere in disparte quando arrivano gli ospiti, disinnescare Mbappé come si fa con i ragazzini troppo vivaci, dandogli tra i piedi dei giocattoli per distrarli. Una volta il giocattolo è stato Mario Rui, un’altra è stato Maksimovic, un’altra ancora è stato Koulibaly. Guardare per un attimo la bellezza di Di Maria che è come la Rive Gauche, ogni volta che vai a Parigi non puoi evitare di passeggiarci.

Il tocco dolce di Insigne

Fare più bella Parigi attraverso un’armonia partenopea. E l’armonia è Callejón che vede il taglio di Insigne e gli serve una palla con il contagiri. E l’armonia è Insigne che in pochi secondi arriva sulla palla, guarda il portiere e fa l’unica cosa possibile, la tocca una sola volta, la tocca con dolcezza, la tocca da sotto e realizza un gol che lui e noi ricorderemo a lungo, se non per sempre. L’armonia partenopea che ha incantato Parigi.

Fare più precisa Parigi, attraverso i piedi del capitano, attraverso i tempi dettati, con entrambi i piedi, da entrambi i lati. Parigi guarda Hamsik e vede sempre chi sta dove deve stare, chi sa sempre dove stanno gli altri. Come è precisa Parigi a un certo punto della sera.

Fare più ragionevole Parigi tra i piedi di Fabián, che si è mosso spesso come in una danza e la danza che è la rappresentazione della leggerezza induce a miti e ragionevoli pensieri, rende libera la mente e ampie zone di campo. In una di queste si è infilato Mertens. Come è diventata ragionevole Parigi a un certo punto della sera.

Una ZTL nel Parco dei Principi

Fare più piccola Parigi come dentro un’area di rigore troppo stretta, come in una ZTL dentro il Parco dei Principi, come in una morsa in cui diventa quasi impossibile entrare. E tu non hai i permessi, e allora ti inventi un’emergenza che è la deviazione di un terzino, ti inventi un tiro a giro perfetto, perché alla fine il fuoriclasse un pass per entrare in centro o all’incrocio dei pali lo trova. Ma quanto è stata piccola Parigi per un sacco ti tempo ieri sera.

Fare più azzurra Parigi sugli spalti del Parco dei Principi, e io li ho visti i miei amici, ho visto Umberto, ho visto Raniero, ho visto Andrea, ho visto gli sconosciuti, ho visto me stesso, ho visto chi avrebbe voluto esserci. Com’era azzurra Parigi ieri sera.

Fare impressionare Parigi

Fare impressionare Parigi, farle prendere almeno un po’ di paura, farla tremare come una canna al vento della Deledda, e il vento era Allan, e il vento era Insigne, e il vento erano le mani di Ancelotti che si muovevano dalla panchina, e spiegavano e accompagnavano. Com’era impressionata Parigi a un certo punto della sera, com’era impaurita.

Fare i grandi a Parigi, gente di mondo con la mappa in mano, sapere il bistrot, sapere gli orari dei musei, sapere come noleggiare una bici, non avere l’esigenza di ritornare al Louvre, entrare dentro l’area di rigore, con lo stupore per la facilità con cui ci si possa trovare davanti a un Van Gogh esposto  al D’Orsay.

Provare un po’ d’amarezza a Parigi poco prima che faccia notte per quell’equilibrio ristabilito a tempo quasi scaduto. E l’amarezza è di chi avrebbe meritato la vittoria, e l’amarezza è un pochino dolce quando si sa che la vittoria potrà arrivare, quando si sa che si è tenuta tra le mani e tra i piedi, per qualche ora, tutta Parigi.

ilnapolista © riproduzione riservata