Napoli-Sassuolo a teatro: il dominio nel primo tempo, poi il suggello di Lorenzo nella ripresa. Il racconto di una partita che conferma il momento di forma della squadra di Ancelotti.
Prologo
Fuori Insigne ed Allan, in difesa dentro Malcuit; a centrocampo Rog , Diawara e Verdi, in attacco Ounas insieme a Mertens. Calo Ancelotti gioca ancora con i numeri, i ruoli, gli uomini a sua disposizione. Nel Sassuolo, a sorpresa, Berardi guarda la partita, almeno inizialmente, dalla panchina. In scena i comprimari potrebbe dirsi. Solo che “comprimari un bel corno” la migliore risposta, perché se c’è una cosa chiara in questo avvio di campionato del nuovo Napoli targato “Sor Carletto”, è che tutti, ma proprio tutti peseranno allo stesso modo nelle scelte, negli equilibri. Regista, manco a dirlo, Carlo Ancelotti.
Atto primo
Pronti via, Zielinski ruba il tempo alla difesa del Sassuolo e mette la palla al centro, solo che Mertens e Ounas, distratti dal ricordo di Salah e Firmino intimoriti e tremanti al cospetto di Koulibaly, trotterellano a ridosso dell’area ancora indecisi. Nemmeno il tempo di ripensare al tempismo mancato di qualche minuto prima che lo stesso Ounas, imbeccato da una leggerezza della difesa neroverde, entra in area, “sombrera” Magnani e scaraventa in porta un missile terra aria, nemmeno avvistato dal radar del povero Consigli. Nei minuti successivi, il Napoli produce una serie indecente di occasioni da gol,. Mertens, Ounas, Zielinki, poi Rog, poi Verdi e poi ancora Mertens. Un po’ tutti, insomma.
Tante le occasioni ma zero gol, e cosi il Sassuolo, nonostante tutto ben organizzato, spinto da una sorta di rancore nei confronti di una squadra che in venti minuti non gli ha lasciato nemmeno verificare la rotondità del pallone, prova ad affacciarsi in zona Ospina. Ma l’imprecisione di Boateng – nonostante un tiro al volo di pregevole fattura – e la tempestività dei difensori azzurri vanificano ogni spunto di rimonta. Il primo atto, o forse tempo, non dice tutto sommato nient’altro di importante. Squadre negli spogliatoi e pubblico diviso tra visite al bagno e voraci spuntini.
Atto secondo
Su il sipario, la scena resta per sommi capi la stessa. Il Sassuolo trova maggiore ispirazione nelle prime fasi del secondo tempo, grazie all’ingresso in campo di Berardi. Ma la trama, non subisce grossi sconvolgimenti, Napoli padrone assoluto della gara. In campo Insigne ed Allan al posto di Ounas e Diawara. “Lorenzo” prende le misure ai rossoverdi, costruisce si propone, ispira.
Arriva il momento magico del giovanotto di Frattamaggiore. Lo spettacolo quindi, è assicurato. Al minuto settantadue, ricevuta la palla dopo un impeccabile incursione a sinistra di Hysaj, guarda verso la porta e lascia partire un tiro a giro, di quelli belli, di quelli che ti danno il brivido, di quelli che ti fanno pensare a tutti i calciatori possibili visti in campo, a tutti i paragoni possibili, a tutte le parabole possibili (direi di smetterla altrimenti mi tocca chiedere a Massimiliano Gallo di creare una rubrica dedicata solo ed esclusivamente a Lorenzo Insigne). La palla sorvola ogni tentativo del povero Consigli, ed accarezza con tutta la bellezza di questo mondo la rete, alle spalle del portiere.
Il Sassuolo è in bambola, gli azzurri arrivano ancora in area da ogni parte del campo senza riuscire però a mettere dentro il terzo sigillo. Dall’altra parte Ospina è protagonista di un paio di interventi, soprattutto l’ultimo su Babacar, caratterizzati dall’utilizzo poco convenzionale degli arti inferiori (ma da queste parti, portieri che parano con i piedi ne abbiamo visti, ma non facciamo, per il momento, allusioni di tempo, spazio, epoche, vittorie e tutto il resto). La gara si avvicina alla conclusione, Rogerio tocca Callejon (subentrato a Verdi) e si guadagna un generoso rosso. L’arbitro fischia ancora, tre volte, il sipario va di nuovo giù. 2-0 e applausi del San Paolo.
Epilogo
Signori miei, Lorenzo Insigne di questi tempi è davvero un piacere per gli occhi. Quelli nostri e quelli di Carlo Ancelotti, gongolante nel godersi il suo ultimo capolavoro in campo, sul calciatore, sull’uomo, sulla figura di simbolo di una squadra e di una città. Il Napoli gioca e vince. Bene Ounas, bene Malcuit, bene i soliti Rog e Diawara, ormai non più meteore del prato verde ma solide certezze. Il Sassuolo, fa tutto sommato la sua figura, ben organizzato, come si diceva prima, come tutte le squadre di De Zerbi. Solo che il Napoli di questi giorni è davvero troppo forte per restarne impressionato.
Confermati secondo posto e qualità del percorso intrapreso, il Napoli si affaccia alla sosta con la consapevolezza di poter fare ancora meglio alla ripresa del campionato. Uno sguardo alle nazionali e arrivederci a Udine.