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Ponte Morandi, l’inchiesta della Procura e il muro dell’omertà

La Procura: nessuno che si sia presentato spontaneamente per deporre. I vertici di Autostrade dovranno presentarsi anche se faranno scena muta

Ponte Morandi, l’inchiesta della Procura e il muro dell’omertà

Una considerazione amara, quella riportata da Il Secolo XIX oggi, ma che apre la speranza al fatto che almeno resti ferma, da parte degli inquirenti, la volontà di fare luce sulle responsabilità di chi ha permesso che 43 persone morissero per il crollo di un ponte.

“Poco importa se fino a questo momento nessuna delle figure più coinvolte nell’inchiesta ha risposto alle domande dei magistrati – scrive il quotidiano – Dopo un vertice con la Guardia di Finanza, e la tentazione di disdire ogni altra convocazione, la Procura ha deciso di confermare comunque tutti gli appuntamenti. Una scelta di sostanza, ma anche fortemente simbolica: dirigenti tecnici e manager indagati per la morte delle 43 vittime del Ponte Morandi dovranno presentarsi di persona per dichiarare la propria volontà di avvalersi della facoltà di non rispondere, in questa fase”.

Questa mattina il primo a presentarsi di fronte ai pubblici ministeri sarà Mauro Bergamo, ex direttore delle manutenzioni di Autostrade, colui che, nel 2015, avviò l’iter per l’approvazione del progetto di retrofitting del viadotto. A seguire, mercoledì, sarà sentito il suo successore, Michele Donferri Mitelli e poi, il 23 novembre, l’amministratore delegato Giovanni Castellucci.

Nessuno che si sia presentato spontaneamente

Il Secolo XIX pone l’attenzione su un dato che, scrive, “dà l’idea del clima in cui è andata avanti negli ultimi due mesi e mezzo l’indagine” sul crollo del Morandi: “Fino a questo momento nessuno – né in qualità di testimone, e nemmeno in modo informale o anonimo – si è fatto avanti spontaneamente per fornire qualche tipo di rivelazione o chiarimento. Un fatto che, proprio per l’enormità del disastro, ha sorpreso gli stessi inquirenti”.

Per il resto, dalle audizioni svolte finora si sono ricavati solo scaricabarile e scene mute. Un quadro deprimente, se non raccapricciante.

La solidarietà per il Morandi

Il quotidiano genovese fa i conti degli aiuti ai sopravvissuti del Morandi arrivati dalla solidarietà.

Un milione di euro donati dalla Erg al Comune di Genova “per contribuire a progetti di riqualificazione e sviluppo sostenibile della Val Polcevera ferita dal crollo del ponte Morandi”, innanzitutto.

E poi 810mila euro arrivati da tutto il mondo (cittadini, aziende e associazioni), raccolti tra eventi di beneficenza e acquisto di magliette solidali (500mila euro).

I soldi raccolti grazie alla generosità si trasformeranno in altrettanta solidarietà: ai parenti delle vittime del crollo, innanzitutto, per i quali si pensa a borse di studio per chi ha figli in età scolare, ad esempio, ma anche a versamenti cash. E poi per le attività produttive, aziende e negozi che dal 14 agosto subiscono danni legati al traffico e alla viabilità modificata e, naturalmente, agli sfollati, che però attendono prima di capire quanti soldi saranno destinati loro dal governo con il decreto per Genova.

Il presidente del comitato sfollati, Franco Ravera, non ha dubbi: prima di tutto i parenti delle vittime, “verso i quali mi pare ci sia un ritardo negli indennizzi di Autostrade”.

 

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