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Il calcio dovrebbe cominciare a discutere di tempo effettivo

Le partite in genere durano 50 minuti e non 90, e gli ultimi venti sono spesso spezzettati. Il recupero è a discrezione dell’arbitro

Dopo l’introduzione del Var

Nel calcio moderno che tende sempre più ad azzerare gli errori, vedi l’introduzione del Var, non si può non ragionare sull’introduzione del tempo effettivo almeno negli ultimi venti minuti di gioco. È diventata quasi comica, in certe partite, la gestione da parte dei direttori di gara del tempo di recupero, che favorisce sempre più le squadre che speculano sul risultato. Napoli-Roma è solo l’ultimo esempio della saga, con i quattro minuti addizionali, dati dall’arbitro Massa, che sono serviti ad Olsen per coccolarsi il pallone.

Il recupero è a discrezione dell’arbitro

Secondo un’analisi di CalcioFinanza, il tempo effettivo medio della scorsa stagione è stato di cinquantuno minuti, con la Fiorentina prima (55’14) e il Milan ultimo (49’39). Il Napoli è risultato secondo (54’34). Questo significa che in media si perdono quasi quaranta minuti di gioco a gara che tolgono spettacolo, possibilità alla squadra che rincorre di recuperare, ed è indice di anti-sportività. Se questi sono dati certi, elaborazioni scientifiche, il recupero che l’arbitro assegna ad una partita è a sua discrezione e nella maggior parte dei casi non è sufficiente a compensare il tempo perso. I quaranta minuti, di cui sopra, sono spesso la somma di comportamenti scorretti. Finti infortuni, ritardo nella ripresa del gioco (rimessa laterale, rimessa da fondo-campo) uscita lenta dal campo da parte dei calciatori sostituiti o reiterate proteste mirate a far scorrere il tempo.

Fermare il tempo a ogni interruzione

Basterebbe risolvere il problema a monte, fermando il tempo ogni volta a partire da un determinato minuto del gioco, ad esempio al sessantesimo minuto, in modo tale che si è costretti a giocare fino alla fine del tempo regolamentare, eliminando anche la necessità di addizionare recupero. Il tempo si stopperebbe ad ogni interruzione, per poi ripartire quando riprende il gioco. Altri sport nobili adottano il tempo effettivo come la pallacanestro o il tempo semi-effettivo, come nel football americano.

Il calcio invece ha un tempo astratto, che dura novanta minuti generici che sono, come dimostrato, cinquanta e spiccioli ogni partita. Dopo la conquista del Var, che bene o male ha dato maggiore serenità al giocattolo, il tempo semi-effettivo lo renderebbe sicuramente più giusto eliminando del tutto lamentele e nervosismi, possibilità di strascichi polemici, ed educherebbe le nuove generazioni ad una coscienza sportiva più nobile.

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