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Allan: «Ancelotti ci trasmette serenità, anche in Champions si vede la sua mano»

Allan intervistato dal Messaggero: «Sono felice per la convocazione della Sleleçao. Sarri maniacale, ci ha dato un gran gioco; Ancelotti è un campione di vittorie

Allan: «Ancelotti ci trasmette serenità, anche in Champions si vede la sua mano»
foto ssc napoli

L’intervista al Messaggero

Allan intervistato dal quotidiano Il Messaggero alla vigilia di Napoli-Roma. Ecco le sue dichiarazioni più significative: «Mi trovo benissimo a Napoli, non raggiungo i livelli di Mertens che è napoletano autentico, ma mio figlio parla il dialetto, mi viene in mente Rio, stessa allegria, la spensieratezza, il mare… Il vero trauma è stato da Rio a Udine. Ero giovane, all’inizio è stata dura».

Il rapporto con i compagni del Napoli: «Gioco insieme a compagni eccezionali, siamo un gruppo magnifico. Io cerco di fare del mio meglio, di combattere su ogni pallone».

Allan convocato per giocare nel Brasile: «Sono anni che mi impegno, per me è una grande soddisfazione, sono felicissimo. Spero sia solo un punto di partenza. Per ora sono concentrato sul Napoli».

Napoli-Roma

«È il quarto anno per me a Napoli, e al San Paolo non l’abbiamo mai battuta. Una maledizione. Speriamo di invertire il trend, anche se sappiamo di affrontare una grandissima squadra, che quest’anno ha perso dei punti per strada e non credo che voglia perderne altri. Paura di Dzeko? È un grande calciatore ma non ho paura. Sa fare tutto, ha il destro, il sinistro, il colpo di testa, un attaccante completo. A Napoli ha segnato spesso, nnon basta Koulibaly per fermarlo, serve tutta la squadra».

Sarri e Ancelotti

Allan e il cambio tecnico: «Sarri ci ha dato un gioco spettacolare, con la sua maniacalità. Era divertente stare in campo, avevamo sempre la palla. Si dominava il gioco. Ancelotti è un campione di vittorie. Ha un carattere diverso da Sarri, ci trasmette serenità. Lui è fatto così, ha formato un grande gruppo. Si gioca e si sorride. Tutti si sentono dentro la squadra, c’è maggiore coinvolgimento anche per chi in passato ha giocato meno. L’alternanza è un modo per restare in condizione e non perdere per strada i compagni. Anche in Champions c’è la mano di Ancelotti, lui dice dice di aver avuto sempre culo. Speriamo continui ad averne. Obiettivo in Europa? Ci sono squadre più forte di noi, difficile ambire a una semifinale come la Roma lo scorso anno».

Le favelas

«Con quale allenatore andrei a cena? Con tutti, pago io che così non mi dicono che sono tirchio. In realtà sono generoso, vengo dalla povertà, vivevo nelle favelas di Rio de Janeiro: casa piccola, piena di gente. Non c’era molto a disposizione per vivere. Io e i miei fratelli siamo cresciuti mossi da principi sani. La scuola, l’educazione, il lavoro, e naturalmente il calcio… Uscivo la mattina, andavo a scuola, poi gli allenamenti. Il lungo tragitto in pullman, tornavo a casa alle dieci di sera, distrutto».

 

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