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Wilson (Guardian): «Il Psg non gioca a calcio, è un progetto senza sostanza»

Dopo la sconfitta con il Liverpool, il Psg viene attaccato dal giornalista inglese: «Non c’è sviluppo a Parigi, non si capisce cosa sia questa squadra».

Wilson (Guardian): «Il Psg non gioca a calcio, è un progetto senza sostanza»

Un attacco al progetto

Probabilmente, l’ultima parte del pezzo di Jonathan Wilson sul Psg è quella più significativa. Per una volta, quindi, cominciamo dalla fine dell’articolo pubblicato dal Guardian: «Ad ogni stagione, la domanda sembra diventare sempre più pressante: cos’è il Psg? Un progetto di pura vanità per Neymar? Uno stratagemma di marketing costruito dalla Nike e stranamente fuori luogo? Una lavanderia a gettoni per la reputazione internazionale del Qatar? Di certo, non è una squadra di calcio in senso tradizionale».

Già altre volte abbiamo riportato pezzi di testate internazionali che attaccavano il Psg. Qui, per esempio, So Foot scriveva che il progetto di Al-Khelaifi era «senza identità». Insomma, da tempo c’è una percezione negativa del club parigino, e la sconfitta in casa del Liverpool, una contender al titolo di Champions (nello stesso girone del Napoli) ha acuito questa sensazione.

Jonathan Wilson mette insieme un’offensiva totale contro tutti gli aspetti della società francese: «Il successo senza soldi è quasi impossibile nel gioco moderno, ma la ricchezza non offre garanzie. Il calcio ha ancora la capacità di far sembrare il più ricco degli uomini molto sciocco se persegue il glamour a scapito della sostanza. Semplicemente, per il Paris Saint-Germain non c’è stato sviluppo. Le lezioni della scorsa stagione non sono state apprese. Tutti i difetti che hanno portato i francesi a perdere contro il Real lo scorso anno si sono visti di nuovo ad Anfield martedì sera».

La questione tattica

Wilson, ovviamente, va oltre le dinamiche societarie e racconta anche i disagi tattici della squadra di Tuchel: «Lasciare tre attaccanti a galleggiare in campo in attesa di un tiro può essere sufficiente in Ligue 1 – anzi lo è sicuramente visti i risultati del Psg -, ma non può bastare in Europa.  Certo, è ironico che il dominio del Psg nel campionato francese è ciò che impedisce loro di essere competitivo in Europa. Questo è il grande paradosso delle strutture finanziarie del gioco moderno ed è uno dei fattori che probabilmente porterà, prima o poi, a una sorta di superlega internzionale. Quando non ci sono sfide da vincere, c’è solo un naturale autocompiacimento. Quando non ci sono predatori a casa, perché dovresti fuggire gli uomini dalla faccia rossa con bastoni e fucili? Quando non ci sono pericoli nel tuo campionato, perché dovresti preoccuparti di seguire Trent Alexander-Arnold?».

Un discorso su Tuchel, tecnico che pare spaesato: «Il tecnico tedesco è felice di questa situazione? Lui, cresciuto nel duro mondo della Bundedesliga e che era considerato il nuovo Jurgen Klopp, che ha pranzato con Guardiola e che non ha rinunciato ai suoi principi nonostante le sconfitte. Oggi, allena una squadra che non pratica il suo calcio. Anzi, si può dire che non pratica alcun tipo di calcio, in senso assoluto». Anche questa frase è talmente significativa da essere buona come chiusura.

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