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Il nuovo gioco del Napoli non ha bisogno del playmaker

Ancelotti ha introdotto concetti diversi, ha spostato l’asse dei passaggi, ha trasformato la regia in un compito, cancellando il ruolo del regista.

Il nuovo gioco del Napoli non ha bisogno del playmaker

Cambiare il gioco

Questo articolo nasce una sensazione che si trasforma in ricerca, dopo essersi nutrita di considerazioni. Paroloni che descrivono questo processo mentale e parlato in redazione: il Napoli è passato da Jorginho ad Hamsik per quanto riguarda il playmaker, poi si è spostato verso il doppio centrocampista davanti alla difesa. In ogni caso, fin dalla prima partita, è stato evidente come la squadra di Ancelotti differisse da quella di Sarri per quanto riguarda i passaggi. Per quanto riguarda uomini, luoghi e cifre dei passaggi.

Dicevamo: una sensazione che si nutre di considerazioni e diventa ricerca. Basterebbe un solo dato per descrivere il tutto, quello dei passaggi medi per calciatore. Il leader dello scorso anno era (ovviamente) Jorginho, con una quota media di 96.9 appoggi per partita. La sera di Juventus-Napoli 0-1, giusto per fare un esempio, il centromediano italobrasiliano toccò 126 volte la palla per 115 passaggi effettuati. Numeri chiari, che definiscono un’identità e una tendenza precisa: il Napoli di Sarri passava per il suo regista, aveva un regista deputato a smistare il pallone, Jorginho o (molto meno spesso) Diawara ricopriva questo ruolo, e interpretava il gioco secondo i dettami dell’allenatore. Quest’anno, Hamsik è il calciatore con il maggior numero di passaggi per match, la sua quota media scende a 74 ogni 90′.

Ecco che allora si capisce che il Napoli ha cambiato gioco, nel senso di modo di passarsi il pallone e quindi di giocare. Contro il Torino, per esempio, il calciatore con il maggior numero di palloni giocati è stato Elseid Hysaj (78). Quello con il maggior numero di passaggi effettuati è stato Hamsik, con 60. Anche questa differenza spiega un concetto fondamentale del Napoli di Ancelotti: la regia è diventato un compito, non è strettamente legata ad un ruolo – quindi ad una posizione in campo.

Varietà

Tutto è cambiato, e il punto è che tutto continuerà a cambiare. Ancelotti ha iniziato la sua nuova avventura inserendo pian piano concetti nuovi, tipo quello che passare per il centrocampista centrale non è necessario per lo sviluppo del gioco. Esistono altre strade, più dirette e/o dislocate altrove. Contro la Lazio, per esempio, esisteva ancora il 4-3-3 eppure i giocatori con il maggior numero di palloni giocati sono stati, nell’ordine, Mario Rui, Koulibaly, Hysaj ed Allan. Il giocatore con più passaggi effettuati è stato il francosenegalese (103). Come dire: ferma restando la costruzione dal basso (si comincia sempre dai centrali difensivi), si può passare dal centro (85 appoggi per Hamsik) come dalle fasce (90 per Mario Rui, 80 per Hysaj). Ancelotti vuole uno sviluppo del gioco diverso, più vario, forse meno meccanico e armonico rispetto al passato, ma più immediato.

Storia ancora diversa contro il Milan: Allan è il calciatore con il maggior numero di palloni giocati (88), Koulibaly ed Albiol sono quelli con il maggior numero di passaggi effettuati. Nel match del secondo turno, Ancelotti è passato per la prima volta al 4-4-2 o 4-2-3-1. un sistema che non prevede un centrocampista centrale e quindi modifica i riferimenti in fase di uscita. Contro la Sampdoria, ultimo match prima della svolta tattica, Mario Rui è in testa per numero di palloni giocati e per passaggi effettuati. Il Napoli gioca male, malissimo, Diawara è fuori dal vivo della manovra (fino a toccare 47 palloni) e Ancelotti abbozza la rivoluzione.

La regia come compito

Fiorentina e Stella Rossa sono la sublimazione del concetto di cui abbiamo scritto sopra: la regia come compito, non come ruolo. Nel match contro i viola, le attribuzioni in costruzione sono divise tra Allan e Hamsik, doble pivote che conta 100 e 97 palloni toccati, rispettivamente. Si può dire due registi, si può dire nessun regista. Questo è il cambiamento, il pallone passa dal centro e poi viene smistato, in avanti – sulle due punte – o lateralmente, a seconda della situazione. Succede anche a Belgrado, dove Fabian Ruiz fa Jorginho e dimostra che il Napoli cambia al cambiar della partita: per lo spagnolo, contro un avversario che pensa solamente a difendersi, 124 palloni giocati e 110 passaggi.

Siamo al Torino, altro cambiamento. I dati li abbiamo scritti nei paragrafi precedenti, ma basta citare le parole di Ancelotti per capire il nuovo approccio liquido: «Giocare veloce sulle fasce contro il 3-5-2 ti dà la possibilità di creare un buon numero di occasioni». Allo stadio Grande Torino è andata esattamente così, Hysaj è il calciatore che ha giocato più palloni, seguito da un Hamsik molto lontano dalle quote di Jorginho (60 passaggi effettuati). Contro il Parma, vedremo. In base all’undici titolare scelto (finora Ancelotti ha schierato sei formazioni diverse in altrettante partite ufficiali) e anche in base agli avversari. Questo è il nuovo modo di fare calcio, da queste parti.

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