Sei tiri in porta, sei gol subiti. L’unica parata del campionato è quella di Karnezis contro la Lazio. Meret non recupera e Ospina deve ambientarsi in fretta
Una media non proprio confortante
Tre partite giocate, sei tiri in porta subiti, sei gol incassati. Una media non proprio confortante per il Napoli di Ancelotti. Che domenica ha sì conosciuto la prima sconfitta in campionato (3-0 in casa della Sampdoria) ma che ha comunque battuto Lazio e Milan nelle prime due giornate. Niente processi quindi. Però una riflessione sul ruolo del portiere, quella è doverosa.
Nel ruolo il Napoli ha attuato un turn over totale. Via i tre portieri dello scorso anno (Reina, Sepe e Rafael) e dentro tre nuovi acquisti. Meret, Ospina e Karnezis. Un processo che è avvenuto a tappe. I primi due acquisti sono arrivati insieme. Meret e Karnezis, il doppio colpo dall’Udinese. In teoria, sarebbero dovuti essere il primo e il secondo portiere del Napoli di Ancelotti. In teoria.
Le amichevoli di Karnezis
In pratica, invece, è successo che nei primi giorni del ritiro di Dimaro Meret ha subito un infortunio: si è fratturato il braccio, è stato operato ed è ancora alle prese con il recupero. Potrebbe rientrare a fine mese. Le prime amichevoli sono state giocate da Karnezis il cui esordio non è stato dei più felici (e non solo per colpa sua, ovviamente): cinque gol subiti a Dublino dal Liverpool, con almeno un paio di errori. È andato meglio contro il Borussia Dortmund, altre indecisioni nel match perso col Wolfsburg.
Una parata, di Karnezis, in tre partite
A quel punto è scattato l’allarme. Il Napoli può mai giocare con Karnezis titolare in campionato e in Champions? Le trattative per l’acquisto di un terzo portiere erano già in atto. E alla fine, quasi in extremis, il Napoli ha preso Ospina che sembrava un buon colpo. Lo sembra ancora, in realtà. Titolare della Colombia, è stato numero dodici dell’Arsenal, ha esperienza europea. La partita, però, l’ha giocata Karnezis. All’Olimpico contro la Lazio. Ha incassato un gol, imparabile, da Immobile. Ma ha compiuto quella che ad oggi è l’unica parata del Napoli in tre partite: sul tiro di Luis Alberto nel secondo tempo. Intervento decisivo anche se il laziale era stato segnalato in fuorigioco. Fuorigioco che non c’era. Non sappiamo come sarebbe andata a finire se avesse segnato.
Ospina poco reattivo sul gol di Bonaventura
È stata l’ultima di Karnezis. Contro il Milan Ancelotti ha mandato in campo Ospina che invero non ha brillato. Non ha mostrato grande reattività sul primo gol di Bonaventura ed è stato sfortunato sul tiro di Calabria leggermente deviato. Si è messo in luce per un lancio lungo, alla Reina, e poco altro. Una prestazione che potremmo definire da 5,5 di incoraggiamento. Giusto perché il Napoli l’ha comunque vinta la partita.
Confermato a Genova, Ospina ha preso tre gol contro la Sampdoria. Non ha responsabilità su nessuna delle reti. Due sono eurogol: il primo di Defrel e il terzo di tacco di Quagliarella. In mezzo un altro tiro deviato. Il bilancio per Ospina è di cinque tiri subiti, cinque gol incassati. La fortuna non rema nella sua direzione né in quella del Napoli, va bene, ma adagiarsi sulla sfortuna non è mai una valida soluzione.
Il tempo di adattamento è terminato
Al momento, la fase del post-Reina si sta rivelando più laboriosa del solito. E poiché dall’infermeria non giungono voci rassicuranti sul recupero di Meret, è bene che Ospina acquisti al più presto dimestichezza con la porta e con la difesa del Napoli. Toccherà a lui giocare sia contro la Fiorentina sia in Champions a Belgrado. Al di là dei gol subiti, non è parso padrone della situazione. È fisiologico, ha giocato appena due partite. Ma il tempo dell’adattamento è terminato. La speranza è che per i portieri funzioni come per i centravanti: potrebbero sbloccarsi alla prima parata. Forse a Ospina manca solo un bell’intervento che strappi l’applauso del San Paolo e gli infonda fiducia. Altrimenti non si toglierà mai dal volto quella sensazione di smarrimento che francamente ispira poca fiducia. Sicuramente a noi, speriamo non ai difensori. Il portiere c’è, è valido. Deve trovare l’occasione per dimostrarlo.