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A nessuna età si smette di essere bambini: il basket over 50 a Ischia

Una sfida tra quattro squadre nazionali, nessuno che voleva perdere a conferma che la carta d’identità non conta. Una tre giorni di sport e di vita

A nessuna età si smette di essere bambini: il basket over 50 a Ischia

Tre giorni con quattro squadre nazionali

A nessuna età si smette di essere bambini, a nessuna età si smette di restare con gli occhi sgranati davanti ad un pallone; a qualsiasi età si ha la forza per stare tre giorni su un campo da basket a spiegare alla nazione la follia dei Golden Players Over 50. Napoli faro d’Italia che ha scelto l’isola di Ischia per lanciare la sfida al movimento cestistico nazionale ossia creare una lega nazionale di cestisti over 50 e quindi nel frattempo Virgilio Marino coadiuvato dal responsabile Maxibasket Carmine Scotti ha organizzato il primo torneo nazionale MaxiBasket ospitato dalla Cestistica Ischia che ha accolto e coccolati i golden per tre giorni di fila, tra un tuffo e un bicchiero di vino.

Presente anche la federazione

Quattro squadre: Lazio, Caserta, Napoli e Livorno. Un week-end che cominciava la sera tra i ricordi dei campionati di vertici, e finiva la sera dopo con i commenti della gara. Sempre con il sorriso, su un twist che suonava ed una lacrima che passava e rigava la guancia dei ricordi di trasferte andate tra serie B e Serie A. Il Golden Basket, oltre ad essere un modo per restare giocatori anche oltre l’età canonica, è uno stile di vita, un sogno perpetuo, un click sulla pagina social della passione. Insomma una rivoluzione culturale che semplicemente stupisce gli spettatori, gli addetti ai lavori, la Federazione Italiana Pallacanestro presente all’evento con il presidente regionale Manfredo Fucile e i consiglieri Scotti e Pinto.

Si gioca con intensità e nessuno vuole perdere

Stupisce tutti per la qualità di gioco espressa, l’intensità sul parquet ed il cristallino talento. Vince Caserta battendo in finale Livorno in una partita di un livello tecnico assoluto. Napoli arriva terza e il Lazio guidato da Giovanni Tassi si classifica quarto. Guai a dire che si gioca per pure divertimento, quello è scontato. Si gioca per vincere, per lottare su ogni palla, per quaranta minuti di partita vera. Nessuno vuole perdere, nessuno ci sta a restare in panchina, insomma nessuna differenza con una qualsiasi squadra under quindici, perché la pallacanestro è un morbo devastante di adrenalina e di impazienza e il primo sintomo è lo sbriciolamento della carta di identità. Il sole tramontava dietro al mare ed Ischia applaudiva i Golden players, il Maxibasket Over, la nuova frontiera della pallacanestro nazionale, la certezza che un pallone che rotola troverà sempre un uomo capace di sognare a rincorrerlo o a farlo rimbalzare. Onore a loro e che il Basket sia con voi.

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