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Moggi: «Non avrei preso CR7, scudetto all’Inter. Ancelotti non può bastare al Napoli»

Al CorSport: «Assurdo prendere Sarri al Chelsea, le anime nere di Calciopoli erano Galliani e Carraro. Maradona il più forte di tutti».

Moggi: «Non avrei preso CR7, scudetto all’Inter. Ancelotti non può bastare al Napoli»

L’intervista al Corriere dello Sport

Luciano Moggi parla di tutto, e di tutti. Intervistato dal Corriere dello Sport, pezzo a cura di Giancarlo Dotto, l’ex direttore generale della Juventus (e del Napoli, e della Roma e del Torino) dice la sua su tutto, o quasi. Comincia dalla Juventus attuale, dal regno di Andrea Agnelli: «Con il presidente mi sento spesso. È un ragazzo sveglio. È stato con noi 12 anni e ha imparato tutto. Lui lo sa bene che gli scudetti sono 36, tutti conquistati sul campo. Nessuno ha mai aiutato la Juve a vincere».

La nuova Juventus

L’acquisto di Cristiano Ronaldo non rientra nella strategia-Moggi: «È un colpo Fiat. E comunque io Cristiano Ronaldo l’avevo comprato. Aveva 18 anni e giocava nello Sporting di Lisbona. Lo vidi e la mattina dopo firmai il contratto. Cinque miliardi più il nostro Salas, al quale avrei anche regalato un miliardo di buonuscita. Ma poi Salas preferì il River Plate e su Ronaldo arrivò il Manchester United. All’epoca era crisi nera alla Juve. Non avevamo una lira. Come marketing, Ronaldo alla Juve resta un’operazione straordinaria. Ma io non avrei mai preso un giocatore di 33 anni a quelle cifre e certo non l’avrei mai sbandierato prima di vendere Higuain uno che comunque ti fa 20 gol a campionato. Prima avrei venduto Gonzalo e solo dopo avrei annunciato Ronaldo».

L’operazione dal punto di vista tecnico: «Difficile che La Juve abbia preso il Ronaldo del Real Madrid. Quando consigliai Higuain alla Juve, dissi: lo spersonalizziamo e lo adattiamo alla squadra. Adesso, invece, dobbiamo spersonalizzare la squadra per adattarla a Cristiano Ronaldo. Florentino Perez mi disse di Cristiano Ronaldo che lui non giocava nel Real Madrid ma nel Real Ronaldo. Dalla Spagna mi hanno fatto notare che se segna un compagno lui non va mai a esultare. Se segna lui, sceneggiate grandiose. E poi c’è troppa euforia in casa-Juventus. Pericolosa come tutti gli eccessi. Ho consigliato ad Allegri di stemperare. Lui mi ascolta. Anche dare Caldara al Milan in cambio di Bonucci è stata una cazzata. Ma hanno dovuto farlo per evitare una pesante minusvalenza su Higuain».

«Il campionato lo vince l’Inter alla grande»

Moggi individua una favorita a sorpresa per lo scudetto: «Lo vince l’Inter alla grande. Conosco poco Spalletti, mi sembra un prete quando parla, ma hanno fatto una gran squadra. Hanno preso un centrale difensivo forte, uno in mezzo al campo che tira la linea, Nainggolan, e un campionissimo là davanti, quel Martinez. La Roma ha venduto certezze e comprato speranze. Il problema lì è che si fabbricano eroi in dieci minuti, vedi Kluivert. Il Napoli è da primi posti, ma non vedo come possa vincere».

«Difesi Ancelotti dai capi dei tifosi della Juve»

Ancelotti: «Non può bastare. Grande allenatore, non si discute, oltre che un ragazzo eccezionale. Quando l’ho preso alla Juventus non aveva l’esperienza giusta e comunque fece due buoni campionati con noi. Ci hanno sfilato due scudetti, il primo anno con Collina e il diluvio di Perugia, il secondo quando fu permesso alla Roma di schierare Nakata contro di noi a Torino, poi decisivo.

«Presi Lippi al suo posto, ed è stata la fortuna di Carlo. Stava andando a firmare a Parma con una squadra turca. Mi telefonò Berlusconi e mi chiese referenze. Ne parlai benissimo. Mi disse: “Chiamalo e mandalo da me”. Dal Milan in poi Carlo ha allenato solo grandi club. A Torino lo difesi dai tifosi che lo chiamavano maiale. Parlai ai capi e dissi: “Ancelotti è un maiale? Allora sappiate che per la prima volta un maiale andrà in panchina, perché Ancelotti sarà l’allenatore della Juventus”. Poi, chiaro, alle prime sconfitte la cosa tornò fuori».

Il calcio dopo Calciopoli

Moggi torna sullo scandalo del 2006: «Era il 2008. Giraudo disse: “Ci cacciate via. Ma vedrete i banditi e gli incapaci che arriveranno dopo di noi”. Aveva ragione. Questi non riescono nemmeno a nominare i presidenti di federazione e lega. E poi, i procuratori che dettano legge, i presidenti che fanno i direttori sportivi. Nelle serie minori ci sono società che tesserano i giovani e si fanno pagare dai genitori. Possono fare tutte le sentenze che vogliono, ma io sono uno che ha sempre lavorato duro e dovunque andavo ho sempre creato i budget sani, comprando a poco e vendendo a tanto. La mia unica, vera ambizione ancora oggi è farmi dire “bravo!”. Il primo fu Italo Allodi. Mi ha insegnato tutto del calcio».

«Le anime nere erano Carraro e Galliani, senza dubbi. Basta ascoltare le intercettazioni telefoniche per dedurre che Carraro controllava Bergamo. O ancora: muore Wojtyla sabato sera, noi in ritiro a Firenze. Si doveva rinviare a lunedì. La partita fu posticipata di una settimana. Galliani, presidente della Lega, intercettato, chiama Costacurta e gli fa: “Abbiamo spostato di una settimana, così recuperiamo Kakà infortunato”.

«Oppure anno 2004. Due ore dopo il sorteggio, Carraro chiama Bergamo. “Chi è l’arbitro di Inter-Juventus?” “Rodomonti”. Due ore prima della partita, Bergamo chiama Rodomonti: “Come ti stai organizzando? Stai attento, che è molto difficile andare su ma poi ci si mette un niente a precipitare. Ce ne hanno fatte di tutti i colori. Quella volta del nubifragio a Perugia, ci hanno tolto lo scudetto. Collina, sponsorizzato dal Milan, decise 74 minuti di sospensione. Fossi stato un arrogante come dicono, dovevo andarmene con la squadra ma ce l’avrebbero fatta pagare dopo».

Paparesta e le schede svizzere: «Lo chiudemmo nello spogliatoio? Una bufala. L’avrei menato quel giorno, ci aveva fatto perdere una partita vinta. Ma che mi metto a chiuderlo nello spogliatoio e buttare la chiavi? Quale sarebbe stato il vantaggio? Fu solo una battuta e per quella battuta mi hanno radiato. Le schede svizzere? Le ho fatte per proteggere il mio lavoro. Io, Stankovic, l’avevo preso per la Juve. Me l’ha soffiato l’Inter con le intercettazioni di Telecom. Poi le ho regalate agli arbitri per altri motivi. Gli inquirenti dissero che erano mute, che non potevano essere intercettate, ma non era così. Solo che si sentivano gli arbitri parlare con le loro amanti e puttane».

«Il più grande di tutti? Maradona»

Si torna a parlare di campo, cominciando dagli allenatori: «Il migliore dipende dai giocatori che hai. Assurdo prendere Sarri al Chelsea dopo che hai giocato due anni con Conte. A Napoli, dopo Sarri, vanno bene Ancelotti o Capello che fanno gioco corale, meno bene Conte o Lippi».

Moggi sui giocatori: «Il più grande di tutti è Maradona. Quando viene in Italia il primo che chiama sono io. Avesse avuto un’altra testa… Quella volta a Mosca per punirlo, lo tenni in panchina 80 minuti a patire il freddo. In tribuna c’erano le sedie riscaldate. Dopo Diego metto Ibra, anche davanti a Zidane. Era uno che ti portava la squadra nell’area avversaria. Con lui Nocerino, dico Nocerino, fece 11 gol».

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