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Perché la coppia Milik-Mertens è una suggestione possibile per il Napoli di Ancelotti

Milik-Mertens è una coppia funzionale e funzionante, il Napoli di Ancelotti sta studiando gli equilibri (tattici e di gerarchie) per farli coesistere.

Perché la coppia Milik-Mertens è una suggestione possibile per il Napoli di Ancelotti

Qualche tempo fa

In principio fu Berlino. Non tutti ricordano cosa successe all’Olympiastadion, era agosto 2016 e l’ambiente-Napoli era uscito con le spalle scottate dall’estate di Higuain alla Juventus. Milik fu acquistato per sostituire il Pipita, si decise di puntare su lui e Gabbiadini. In una delle prime uscite del nuovo Napoli, il centravanti polacco e Dries Mertens combinarono così. Una bella immagine di calcio, dimenticata dal e nel tempo.

Due anni e altrettanti campionati dopo, in un’altra amichevole precampionato, Milik e Mertens si sono ritrovati di nuovo nelle stesse posizioni, centravanti ed esterno sinistro d’attacco. Ancora in Germania a Wolfsburg. Sarà l’aria tedesca che in qualche modo ispira certe combinazioni nello stretto.

Al di là delle suggestioni legate a situazioni singole all’interno della partita, la coppia Milik-Mertens funziona. Anzi, era la più funzionale nel Napoli di Sarri prima dell’infortunio del polacco, estate-autunno 2016. Ricorderete l’inizio sfolgorante di Arek: due gol contro il Milan, altrettanti in casa della Dinamo Kiev, poi la doppietta contro il Bologna. Nelle prime due partite, Mertens era titolare come esterno offensivo a sinistra. Solo nella terza c’era Lorenzo Insigne in campo.

Le idee di Ancelotti

Con il passare degli anni e lo scorrere del calcio, le cose sono cambiate. Mertens si è riscoperto attaccante centrale, Insigne ha recuperato dal periodo nero (il periodo estate-autunno 2016 resta il suo grande buco nero, un momento di vistoso calo prestazionale e mentale) ed è diventato l’uomo che organizza e finalizza (può finalizzare) il gioco d’attacco del Napoli. Per Sarri, Lorenzo e Dries erano intoccabili, Milik si era ritagliato uno spazio da alternativa, ha sempre risposto presente ma quasi mai da titolare. E al posto di Mertens, non con Mertens – se non in qualche situazione d’emergenza.

Poi, però, è arrivato Carlo Ancelotti. Uno storicamente innamorato dei centravanti classici. E la situazione è cambiata drasticamente, per quanto riguarda la gerarchia delle prime punte. Milik in pole position, Mertens subito dietro. Tanto che Inglese ha deciso di andare a Parma per continuare a giocare da titolare. In realtà, però, Ancelotti sta pensando a quanto visto in Germania. Forse non è arrivato fino a due anni fa, a quanto successe a Berlino.

Lazio e Milan

Di certo ha visto l’intesa di Milik e Mertens a Dortmund, tanto che in due occasioni per due partite (Lazio e Milan) ha ricostruito quella coppia. A Roma, con il Napoli in vantaggio per 2-1, l’idea del tecnico emiliano è stata quella di comporre una coppia d’attacco pura, con quattro centrocampisti per difendere sia in ampiezza che in profondità. Una scelta difensiva, più che offensiva, che però ha in qualche modo rispettato il pensiero espresso tante volte durante l’estate: «Per me Mertens può giocare dietro l’unica punta, è un attaccante centrale ma stiamo lavorando per farlo convivere con Milik».

Contro il Milan, nuovo ingresso per Mertens e passaggio a quello che Ancelotti ha definito 4-4-2, ma in realtà aveva forme da 4-2-3-1 già dallo spostamento in avanti di Zielinski. Carletto ha spiegato così la posizione di Dries: «Non è un trequartista tipico, ma è molto abile in combinazioni strette, con Insigne e Milik. Stasera gli abbiamo chiesto di giocare un po’ più a sinistra mentre Insigne rimaneva molto largo».

Le prospettive

Siamo solo all’inizio di un percorso lungo e complesso, il Napoli giocherà campionato, Champions e Coppa Italia e l’idea di Ancelotti è quella di ruotare uomini e sperimentare nuovi concetti tattici. L’idea che Mertens possa di nuovo giocare con Milik esiste, può esistere, e va al di là di una scelta temporanea in momenti di difficoltà. Una possibilità concreta potrebbe essere quella di imporre una rotazione scientifica a Insigne, in modo da comporre un attacco a tre molto vicino allo storico albero di Natale di Ancelotti, con Mertens sul centrosinistra, Verdi sul centrodestra (più di Callejon, abituato a muoversi su tracce più esterne) e il polacco in avanti. Un 4-3-3 elastico che si trasforma in 4-3-2-1, giusto per definire un assetto numerico.

Un’altra possibilità potrebbe essere quella iperoffensiva vista con il Milan, che però passerebbe da una revisione del pensiero a centrocampo. Con Mertens alle spalle di Milik, più Insigne e Callejon, il Napoli avrebbe bisogno di un altro tipo di approccio al gioco, più diretto e verticale, aggressivo nel recupero palla e nella copertura degli spazi col doppio mediano, difficile pensare che Hamsik possa reggere certi ritmi. Zielinski (Fabian Ruiz)-Allan sarebbe una versione offensiva ma dinamica del doble pivote, Allan-Diawara (Rog) potrebbe essere l’alternativa fisica.

Una coppia potenzialmente perfetta

Parliamo di suggestioni, difficile che il Napoli rinunci dal primo minuto di una qualsiasi partita alla forza del suo centrocampo, il reparto più ampio e meglio assortito di Ancelotti. Ma è vero pure che alcune partite potrebbero presupporre un atteggiamento (ancora) più offensivo, pensato per sfruttare le connessioni tecniche e di pensiero tra Milik e Mertens. In una vecchia composizione offensiva a due punte, un tipo di schieramento in disuso da molti anni, il polacco e il belga comporrebbero una coppia perfetta, perché perfettamente integrata nelle caratteristiche tecniche e fisiche. Oggi il calcio è cambiato, necessita di molti uomini sotto la linea della palla per organizzare la manovra. Però esistono le variazioni sul tema, sono contemplati cambiamenti per smuovere un po’ le cose. Ecco, per il Napoli e per Ancelotti la coppia Milik-Mertens rappresenta un’ipotesi suggestiva. Forse, la più suggestiva in assoluto.

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