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Il tipo da spiaggia che ha studiato a Oxford

Scende in spiaggia alle 14, trascina i piedi sulla sabbia calzando infradito, rutta, grida al telefono in viva voce, sputa e poi si fa un bel bagno

Il tipo da spiaggia che ha studiato a Oxford

Al via la rubrica “Scene di vita quotidiana” nuovo appuntamento fisso settimanale

Trascina gli infradito

Scende in spiaggia alle 14, quando la maggior parte dei bagnanti è risalita per pranzo. In costume, a dorso nudo, con la maglietta arrotolata sulla spalla e, al collo, una catena con ciondolo che giurerei essere un volto santo.

Trascina i piedi sulla sabbia calzando infradito. La pancia lo precede: le fanno compagnia, allegramente, i rivoltini dell’amore. Un borsello da uomo a tracolla e il telo da mare nella mano. Arriva in prima fila senza neppure guardarsi attorno: getta l’asciugamano sul lettino, poi si lascia cadere pesantemente sulla sedia da regista. Si lascia cadere e… rutta.

Mi alzo di scatto, guardo il mare all’orizzonte, piatto, mi convinco che sia l’illusione sonora della controra sulla spiaggia. Ma poi lo sento di nuovo: è davvero un rutto.

Conversazione in viva voce

Lo guardo sott’occhi. Si gratta l’ascella, poi si asciuga la mano sul telo gettato alla rinfusa sul lettino accanto. Con l’altra – per fortuna – si mette una sigaretta in bocca e l’accende. Poi prende il telefono e si stravacca meglio. Mentre attende che l’interlocutore risponda, sputa sulla sabbia. Una, due, tre volte. Poi inizia una conversazione in viva voce, indifferente al fatto che noi tutti, attorno, possiamo ascoltarlo.

Un dialogo surreale fatto di parole in napoletano stretto di cui faccio fatica a cogliere il senso, intervallato da parolacce, quelle sì, ben comprensibili. E quando noi pochi bagnanti della controra iniziamo a guardarci l’un l’altro chiedendoci con sguardi attoniti se abbiamo capito bene, lui chiude la conversazione, abbandona il telefonino sul tavolino dell’ombrellone e si alza di scatto. Pensiamo sia per chiedere scusa a tutti, si passa una mano sulla faccia, immagino che sia per asciugarsi gli occhi dal pianto dovuto all’imbarazzo. Invece no: sorride. Guarda il mare in lontananza e corre come un ossesso verso l’acqua. Sputando. È l’ora del bagno.

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