Sembra crederci soltanto il pubblico che domenica riempirà il San Paolo. Intanto oggi De Larentiis rompe il silenzio (ma con la carta stampata)

Aria di smobilitazione
C’è una strana aria a Napoli. Aria di smobilitazione. Come se non ci fosse un campionato ancora aperto. Sì, il Napoli si è dissolto a Firenze. Ha buttato via l’occasione di rimanere aggrappato alla Juventus. Non sappiamo se perché i calciatori siano rimasti con la testa a Inter-Juventus, oppure se per altri motivi. Sta di fatto che da domenica scorsa il Napoli è a meno quattro dalla Juve a tre giornate dalla fine. Campionato compromesso ma non ancora chiuso. La squadra di Allegri è parsa sulle gambe anche a Milano, dove ha giocato quasi tutta la partita undici contro dieci, e ha rimontato soltanto nel finale. Ha già perso punti contro Spal e Crotone e domani gioca in casa contro il Bologna.
Il Napoli sembra aver dimenticato la vittoria all’Allianz Stadium, quello stacco imperioso di Koulibaly al novantesimo. Tutto spazzato via dall’arbitraggio di Orsato, a quanto pare. Da quella mancata espulsione di Pjanic nel secondo tempo di San Siro.
Eppure il pubblico ci crede
C’è aria di smobilitazione. Sui giornali – e passi – ma non solo. Facciamo fatica a comprendere il senso di una festa d’addio come quella di Reina a tre giornate dalla fine. Come se il Napoli non avesse più alcuna possibilità di rimontare, e non è affatto vero. Ormai non si parla più del Torino – prossima avversaria del Napoli – né di Juventus-Bologna. Eppure il pubblico, come ultimamente sta avvenendo sempre più frequentemente, non molla. Domenica il San Paolo dovrebbe essere quasi pieno per la partita contro la squadra di Mazzarri.
Oggi parla De Laurentiis
Sui giornali, anche sul Napolista ovviamente, si leggono soprattutto notizie sulle trattative londinesi di Sarri per approdare al Chelsea, di ipotetiche rivoluzioni d’organico: sembra quasi che l’anno prossimo a Napoli non rimanga più nessuno. Sta anche per finire il silenzio di Aurelio De Laurentiis che oggi tornerà a parlare in una conferenza stampa ristretta. Purtroppo senza testate on line. Il presidente del Napoli è bello e caro, ma è un uomo del Novecento, va negli States eppure – evidentemente – non ha tra i suoi amici nessuno che gli abbia spiegato la crisi mondiale dell’editoria e persevera in una gerarchia giornalistica che in America (ma anche in Francia e forse persino in altre città d’Italia) farebbe semplicemente ridere.
Non roviniamo col finale una stagione che fino a domenica scorsa è stata straordinaria. Riprendiamo il discorso interrotto all’Allianz Stadium il 22 aprile. Sarebbe un vero peccato che questo finale di stagione prendesse il sopravvento sul resto.