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Lo scudetto femminile in palio tra Brescia e Juventus: tra le bianconere, otto ex Rondinelle

Un incredibile racconto, il presidente del Brescia Cesari ha parlato a Repubblica: «Voglio questo titolo, ma non ho rancori con le ragazze passate alla Juventus».

Lo scudetto femminile in palio tra Brescia e Juventus: tra le bianconere, otto ex Rondinelle

L’articolo di Repubblica

La Juventus è virtualmente campione d’Italia, per la settima volta consecutiva. Un dominio vero, reale, assoluto, che sembrava destinato a ripetersi anche nel calcio femminile. La nuova Juventus Women, fondata giusto quest’anno, sembrava destinata ad un vero e proprio monologo in testa alla classifica, ad uno scudetto scontato. Se non fosse per il Brescia Femminile, che in questi minuti si sta giocando il titolo con le ragazze bianconere. Juventus-Tavagnacco, Verona-Brescia, un epilogo incredibile da giocarsi a distanza. In caso di arrivo a pari punti (si parte da quota 57 per entrambe), spareggio in campo neuttro.

Incredibile per un motivo semplice, come ha spiegato il presidente bresciano Cesari a Repubblica: «In molti sono stupiti di vederci lassù, a luglio la mia rosa era composta da una sola giocatrice…». Una sola, proprio per “colpa” della Juventus. Che è entrata nel mondo del calcio femminile e ha fatto razzia anche e soprattutto a Brescia: otto calciatrici sottratte al Brescia. Cesari parla così di queste “traditrici”: «Rancore verso le ragazze passate in bianconero? Sarebbe da stupidi, si allenano a Vinovo, prendono stipendi per noi proibitivi, quando giocano in trasferta partono comodamente il giorno prima e vanno ad allenarsi senza neanche dover preparare il borsone. Non so per quanto potremo riuscire a competere, per questo voglio vincere lo scudetto quest’anno».

Per farlo, Cesari ha sollevato anche un po’ di polveroni: il suo Brescia è sponsorizzato da un sito di incontri. Prima, era stata la volta di un’agenzia di betting. Tante critiche “moraliste” sempre rispedite al mittente: «Si tratta di dinamiche, gli incontri online, diventate usuali. E a cui anche le donne hanno diritto di accedere senza vergogna. E poi dietro non c’è niente di pornografico o osceno: abbiamo sette squadre giovanili composte da calciatrici minorenni e il nostro sponsor non lede in alcun modo la loro sensibilità». Una parola un po’ tabù, questa sì, nel mondo Juventus.

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